Come si apre il libro "Il sogno azzurro" di Massimo Rampini, edito da Sometti, si ha un attimo di titubanza: mai ci aspetterebbe di trovarsi tra le mani un manoscritto, come un'opera d'altri tempi, antecedente a ogni tecnologia, ma anche questo è Massimo, perché Massimo si sa far bastare quello che ha, senza bisogno di chissà cosa. Cresciuto a Guastalla lungo il fiume Po, il suo fiume e dei suoi cari amici - di cui narra nel libro -, cresciuto a fatica e speranza. E queste forse sono anche le parole chiave che ti seguono nella lettura. Una fatica genuina, priva di orpelli tecnologici - appunto - e priva dell'appoggio dei poteri burocrati. Ed è proprio questa sua genuinità profonda che ha permeato e permea la sua vita, e di cui Massimo si è ritrovato costretto a pagarne care le conseguenze, vedendo dileguare per ingiustizie dei "piani alti" il suo sogno, tanto faticosamente sperato: la partecipazione olimpiaca! Sulla linea di partenza in K2 alle Olimpiadi di Mosca 1980 avremmo dovuto vedere l'equipaggio Tesé - Rampini, che sono certo avrebbe conseguito risultati inimmaginabili, ne sono certo - ripeto - se lo avessero lasciato gareggiare. Exploit che solo chi vive di fatica e speranza sa concretizzare, dando più di quanto si ha dentro, materializzando in circostanze speciali una forza inaspettata, che neppure chi la genera sa capacitarsi da dove provenga! Almeno coronò il sogno azzurro: l'indossare quella maglia che ti rende giustamente fiero e orgoglioso di essere italiano, tralasciando tutte le nefandezze e ingiustizie in cui questa splendida nazione purtroppo spesso precipita, da quelle più sfacciate, grandi, note a tutti a quelle che trafiggono la vita di singole persone e che appaiono modeste se non si vivono in prima persona, come l'esclusione alle Olimpiadi senza alcun onesto fondamento, dopo anni di fatica e anni di speranza. Anche allora avrebbe potuto darla vinta ai burocrati, mandandoli alla malora e abbandonare la canoa, la sua passione, magari per riprendere a giocare a bocce come avrebbe voluto il padre. Invece ha continuato a pagaiare lungo il suo fiume e ora, dopo tanti anni in cui ha goduto del fruscio dell'acqua, dei riflessi del sole e degli odori che il fiume sa regalare, ha deciso di condividere tutto ciò con i più deboli affetti da problematiche mentali, semplicemente portandoli in canoa e raccontando loro di quelle acque, forte di quello che il fiume gli ha dato e speranzoso di quello che il fiume saprà dare a questi ragazzi. Così questo libro diviene il genuino coronamento del suo sognare, un sognare iniziato da ragazzino con le prima pagaiate, poi con le gare e i tanti successi, che trova finalmente compimento in un nuovo sogno, oltre quello olimpico, nel suo progetto a favore di chi soffre di disabilità mentale, finanziato dalla vendita di questo libro.
Il sogno azzurro. Memorie liquide in un... eterno presente
Il canoista Massimo Rampini, azzurro negli anni Settanta, racconta la propria esperienza in forma di diario: gioie, delusioni, amicizie, nuove prospettive. Rampini insegna l'arte del canottaggio a ragazzi diversamente abili, e i proventi di questo volume sono devoluti all'acquisto di attrezzature sportive a questo scopo.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2019
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In commercio dal:3 settembre 2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Lorenzo Molinari 30 ottobre 2019
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