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Nello scorso mese di marzo, curiosando nel web librario, la mia attenzione si è soffermata sul romanzo STIGE, di Paolo De Luca. Il libro era presentato come un noir su tema religioso, per cui, immaginando che si trattasse di un racconto alla Dan Brown, genere letterario del quale sono particolarmente ghiotto (anche se ormai sui Templari e sul Santo Graal è stato detto e inventato di tutto) decisi di acquistarlo. Ma quando ho ricevuto il libro e ho cominciato a leggerlo mi sono accorto che si trattava di ben altro: niente Santo Graal e niente Templari, e fin dalla prima pagina ci sono letteralmente caduto dentro, come risucchiato. L’autore, pur trattando argomenti complessi, usa un modo di raccontare sciolto, intrigante e del tutto accessibile. Con notevole abilità, cuce la sua esegesi dei così detti “sacri testi” dentro l’avvincente storia del romanzo. Il pretesto narrativo, tra l’altro del tutto credibile perché possibile, è costituito dall’occasionale ritrovamento di un oggetto nei pressi di Ercolano, il cui contenuto dà luogo a una storia appassionante. Con una narrazione che sembra una sceneggiatura cinematografica, l’autore intreccia le vite di alcuni personaggi del mondo universitario con quello del malaffare internazionale e con quello della Curia romana, e mette al centro della vicenda la storia d’amore di una giovane donna e del suo ragazzo, i quali vengono letteralmente travolti dall’imbarazzante e incredibile contenuto dell’oggetto ritrovato. È un romanzo che fa riflettere e che conferisce alle scritture evangeliche una “verità” più terrena e molto più credibile.
Chi ha avuto il privilegio di leggere il manoscritto in formato cartaceo ha trovato sul risguardo di copertina: "il romanzo è costruito su uno studio lungo e molto attento della Bibbia (in particolare del Pentateuco), dei resti neotestamentari canonici, di quelli apocrifi e di quelli gnostici. Dopo questi, e dopo un approccio con l'islamismo, si è resa necessaria la lettura delle esegesi apologetiche e di quelle antiapologetiche e, quindi, lo studio dell'ebraismo e del contenuto dei rotoli rinvenuti a Qumran e a Nag Hammad.i" Ce n'è di che intimorire anche il lettore più attrezzato e invece appena si comincia a leggere "Stige" si viene presi da un avvincente thriller religioso, da una storia d'amore, di malaffare e da tanto altro e si deve riconoscere a Paolo De Luca l'abilità di aver annidato un saggio dentro un romanzo che non molli fino alla parola FINE. Consigliatissimo per dare il benvenuto ad un novello italico Dan Brown!!!!
Romanzo sconvolgente. La narrazione, fluida e intrigante, tira il lettore dentro la storia senza dargli tregua. Profondo nella trattazione degli scottanti temi della religione e rivelatore della strumentazione e delle incongruenze della vita di Gesù, così come raccontata nei "sacri testi" posti alla base della fede cattolica. Lo "stige" del malaffare, fuori e dentro le mura del Vaticano, lo sentite scorrere irruente, fino alla rivelazione finale. Magnifico!
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