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Un romanzo che dà voce a una pagina dimenticata della nostra storia. Una protagonista alla ricerca dell'unica verità che può salvarla.
«Stupendo, dal titolo fino all'ultima parola. Una storia di libertà selvaggia e di coraggio salvifico. Un romanzo che ha anche il pregio di portare alla luce una storia vera sconosciuta ai più, e lo fa con una scrittura raffinata e piena di grazia» – Ilaria Tuti
Farò di tutto per mantenere la nostra promessa. Perché non è bastata una vita per dimenticare.
Protetta dalle mura di una casa nascosta dal rampicante, Edna aspetta un segno. Da sempre sogna il giorno in cui potrà mantenere la parola data. L'unico a farle compagnia è Emil, un pappagallo dalle grandi ali blu. Non le è mai servito altro. Fino a quando una notizia la costringe a uscire dall'ombra e a mettersi in viaggio. È arrivato il momento di tener fede a una promessa a lungo disattesa. Una promessa che lega il suo destino a quello dell'amico Jacob, che non vede da quando erano bambini. Da quando, come migliaia di coetanei, furono costretti ad affrontare un terribile viaggio a piedi attraverso le montagne per raggiungere le fattorie dell'Alta Svevia ed essere venduti nei mercati del bestiame. Scappati dalla povertà, credevano di trovare prati verdi e tavole imbandite, e invece non ebbero che duro lavoro e un tozzo di pane. Li chiamavano «bambini di Svevia». In quel presente così infausto, Edna scoprì una luce: Jacob. La loro amicizia è viva nel suo cuore, così come i fantasmi di cui non ha mai parlato. Ma ora che ha ritrovato Jacob, è tempo di saldare il suo debito e di raccontare all'amico d'infanzia l'unica verità in grado di salvarli. Per riuscirci, Edna deve tornare dove tutto ha avuto inizio per capire se è possibile perdonarsi e ricominciare. Lungo antiche strade romane e sentieri dei pellegrini, ogni passo condurrà Edna a riscoprire la sorpresa della vita, ma al contempo la avvicinerà a un passato minaccioso. Perché anche la fiaba più bella nasconde una cupa, insidiosa verità. I bambini di Svevia è un romanzo indimenticabile. Per la capacità di leggere l'animo umano con profondità ed empatia. Per il coraggio di far luce su un capitolo poco conosciuto della storia italiana, quello dei bambini che, per tre secoli e fino alla seconda guerra mondiale, venivano venduti dalle famiglie per lavorare nelle fattorie dell'Alta Svevia. Per la protagonista, Edna, un personaggio vivido e coinvolgente. Una storia che è un tuffo in un mondo in cui la natura dice più delle parole e in un passato dimenticato che chiedeva di essere raccontato.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un aspetto della storia che non conoscevo( e come me penso molti altri) raccontato con partecipazione e bravura dall'autrice. Le vicende struggenti dei due protagonisti coinvolgono e commuovono fino alla fine con uno stile delicato e mai retorico. Un bel libro davvero.
Uno spaccato di storia poco conosciuto ai più, questa è la storia dei bambini di Svevia: bambini provenienti da famiglie poverissime che venivano venduti come fossero animali, creature che affrontavano un viaggio a piedi per essere acquistati, neanche fossero bestie, nei mercati, pari ad oggetti e costretti a lavorare per un anno intero nelle fattorie dell’Alta Svevia. Lavori massacranti, vita di stenti, violenze, maltrattamenti, questo la loro ricompensa e molti non sarebbero tornati più alla loro casa. La tratta dei bambini, tra i 5 e i 14 anni, affonda le proprie radici nella Val Venosta del Settecento, e si trascina fino alla prima metà del Novecento. Romina Casagrande, prendendo spunto da questo traffico indegno, narra una storia meravigliosa, fatta di amicizia, avventura, incontri, dolore e tantissimo amore.
E' un vero peccato che un tema così importante sia stato solamente accennato e diluito in questo romanzo poco convincente e per certi versi banale. La vicenda di Edna novantenne, spesso irrealistica, noiosa e affollata da personaggi di scarso spessore, tende a oscurare le pagine migliori del romanzo, la vita dei bambini della fattoria, quelli che avrebbero dovuto essere i veri protagonisti. La scrittura è scorrevole e le descrizioni accurate, eppure mancano le emozioni, manca l'empatia con la protagonista, manca la vera storia del titolo.
Recensioni
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