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Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2022
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Libro candidato da Paolo Ruffilli al Premio Strega 2021
Una sanguinosa vendetta attende il sostituto procuratore Aldo Marano
«Gli sciacalli racconta la linea d'ombra di un Paese "occupato" dagli Alleati, non più dittatura ma non ancora democrazia, di una Repubblica di là da venire che in quegli anni confusi e insanguinati affonda le proprie radici. E ti domandi se quella narrata da Carlini sia davvero la nostra storia» - Robinson
1945. La guerra è appena finita ma le sue ferite sono ancora aperte nel paese martoriato dall'occupazione nazifascista. Aldo Marano è un sostituto procuratore che lotta per mantenere l'ordine nella provincia stremata dalla fame e adesso vessata da continui omicidi e vendette. In particolare, a togliere il sonno a Marano è il caso di un'automobile: una Fiat 1100 nera, che lascia dietro di sé una scia di morti in tutta la zona. Le vittime sono per la maggior parte persone abbienti che hanno avuto simpatie fasciste, per questo i sospetti di Marano si rivolgono all'ambiente degli ex partigiani: forse una banda sta portando avanti un regolamento di conti personale che si intreccia alla storia di una nazione segnata da odio e violenza. Marano ancora non lo sa, ma l'indagine che lo aspetta è molto più complicata e pericolosa di quanto immagina: i banditi a cui dà la caccia sono protetti da qualcosa di ben più potente dei semplici mitra...
Proposto da Paolo Ruffilli al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:
«Candido alla selezione dell’edizione 2021 del Premio Strega il romanzo Gli sciacalli (Newton Compton) di Alessandro Carlini, per l’interessante sviluppo della vicenda e per la qualità della scrittura. È ambientato a Ferrara a guerra appena finita, dietro alla scia di morte dei molti omicidi di simpatizzanti fascisti compiuti in quei giorni come presunta vendetta di ex partigiani. A occuparsene è il sostituto procuratore Aldo Marano, antifascista ma anche persona integerrima e uomo di legge che non sopporta la giustizia sommaria, e l’indagine ha le sue belle sorprese nella scoperta di infiltrazioni, doppiogiochisti, interessi privati. Con bravura l’autore fa rivivere in piena tensione, con personaggi di spessore e tra atmosfere coinvolgenti, una pagina di storia della città, narrando in forma di appassionante noir una vicenda che ha i suoi riscontri di verità documentati negli archivi di polizia e disegnando il protagonista sulla figura professionale del magistrato che si era davvero occupato di omicidi e di killer nella Ferrara fosca di quel 1945.»
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Narrazione in chiave romanzata ma non troppo, di un periodo post bellico da cui ci si è repentinamente allontanati, si è minimizzato e spesso si è negata l’esistenza. Un “esperimento politico” che i vincitori che hanno scritto la Storia (perché comunque sono sempre i vincitori che scrivono la Storia), hanno attuato su larga scala all'interno di un territorio ben definito. Situazioni nelle quali “pareggiare i conti” spesso ha significato vendetta e giustizia sommaria con scelte comportamentali esattamente uguali a quelle dei nemici del giorno prima. Raccontare questo periodo storico restando equidistante dalle diverse fazioni in lotta è difficile, impegnativo e coraggioso. L'autore ha costruito la propria opera avvalendosi di riferimenti storici e di cronaca locale ben documentando la vita di una città che voleva lasciarsi alle spalle gli orrori di una guerra comunque ancora percepita nel quotidiano.
Alessandro Carlini ricostruisce in forma romanzata, ma con dovizia di particolari autentici, i fatti di sangue che sconvolsero la città di Ferrara nell'immediato dopoguerra. Partendo da episodi di vera e propria criminalità comune spesso mascherati da vendette partigiane, perpetrate sia da reduci fascisti che da ex resistenti, l'autore ci offre uno spaccato della nostra storia poco edificante che vede infine le coraggiose inchieste della magistratura vanificate da amnistie politiche.
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