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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2009
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"Settanta" è il secondo capitolo della “trilogia italiana” scritta da Simone Sarasso: questa volta l'autore ha preso una sua personalissima strada che lo differenzia dalla trilogia americana di Ellroy, e anche il linguaggio utilizzato risulta differente. Gli eventi che Sarasso descrive, fanno parte della storia della Repubblica Italiana e i personaggi del romanzo, dietro nomi alquanto fantasiosi, "nascondono” le personalità politiche del periodo in esame. Il tutto si tinge di grigio, un affresco nebuloso e indistinto degli anni settanta, un periodo storico con il quale i conti non si sono ancora chiusi, le risposte sono rimaste in bilico, i mandanti e i moventi risultano ancora poco chiari.
Un libro di 700 pagine. Non sono poche. E'scivolato davanti ai miei occhi con la leggerezza di una piuma. Ho letto in metro.In tram. Durante la pausa pranzo. La sera. Ogni minuto possibile. Ogni qualvolta ho potuto trovare un angolo, anche in piedi nella folla dei mezzi pubblici, ho aperto il volume di 700 pagine e ho letto. SETTANTA è un vortice. Dalla prima pagina all'ultima. Una racconto che ha echi nella realtà storica. Ne è il riflesso come in uno specchio deformante, in cui avvenimenti e personaggi non hanno aderenza con la realtà ma la ricordano oniricamente. Io sono nato nel 1970, non ricordo tutto di quegli anni, perchè troppo piccolo. Ma alcuni fatti rimangono impressi nella memoria: il rapimento Moro. Elicotteri che ronzano bassi sulla città. Aria pesante. Polizia ovunque. Noi bambini di terza elementare che usciamo prima da scuola, mio padre che viene a prendermi ai cancelli in tutta fretta. La strage di Bologna. Caldo torrido. Telegiornali a raffica. Polvere ovunque. Un numero di morti impressionante. L'estate di un ragazzino di 10 anni che ha appena terminato le elementari. SETTANTA risveglia i ricordi. La scrittura di Sarasso fa sentire in bocca il sapore delle Marlboro, nelle narici l'odore degli anni di piombo. Un lavoro perfettamente riuscito; una fiction potente che si muove nella realtà parallela forse più buia e pesante di quella effettiva. Sarasso, come il demone di Laplace, ripercorre la storia d'Italia, ma davanti alle biforcazioni prende la via che la storia non ha preso e un'immaginazione potente costruisce un Paese sinistramente somigliante a quello in cui abbiamo vissuto e viviamo. Ho vissuto per una settimana con i suoi personaggi, continuamente da un lato all'altro della barricata. Ho cambiato dialetto di capitolo in capitolo. Poi il cielo plumbeo di Milano, l'aria mefitica dei Palazzi di Roma. Il fervore dell'ideologia rossa e nera. In sostanza SETTANTA mi ha profondamente emozionato.
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