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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Bel libro! Ne ho approfittato della promozione per farne una bella scorta della stessa collana
bello
Tragedia di Sofocle rappresentata per la prima volta intorno al 429 a.C., inizia con Edipo che invia suo cognato Creonte a chiedere consiglio all'oracolo di Delfi contro una pestilenza che sta devastando Tebe. Creonte torna a riferire che la peste è il risultato di un’empietà, poiché l'assassino del loro ex re, Laio, non è ancora stato catturato. Edipo giura di trovare l'assassino e lo maledice. Non sa che sta maledicendo sé stesso, ignaro di esser stato patricida e incestuoso per aver giaciuto e avuto figli con sua madre Giocasta. Nell’Edipo Re, forse la più importante e rappresentativa delle tragedie greche, tutto ruota attorno ad un equivoco su cui il dramma è costruito. L’ironia tragica ci mostra come, nel corso dell’azione, l’eroe si trovi ad essere letteralmente preso in parola, ma la parola gli si ritorce contro, portandolo a sperimentare amaramente l’esperienza del senso che si rifiutava di riconoscere: Edipo, l’uomo dall’intelligenza sovrana che da solo ha indovinato l’enigma della Sfinge, è ora egli stesso un enigma. La chiave di volta della tragedia è il rovesciamento, cioè lo schema formale in base al quale i valori positivi si invertono in negativi. Ciò che fa Sofocle è mostrarci l'impotenza dell'uomo di fronte al destino che non gli è dato conoscere: e l'eroe trionfa proprio nel momento in cui il destino lo schiaccia perché proprio in quel momento il suo coraggio e la sua dignità assumono maggior evidenza.
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