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Anno edizione: 2014
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Ernesto Sabato pubblicò "Il tunnel" nel 1948. Il romanzo, di una acutezza e di una finezza psicologica senza pari, narra di un pittore squilibrato, Juan Pablo Castel, e della sua fisima per l'unica donna che sia riuscita a comprendere il significato recondito di un suo quadro, Maria Iribarne, moglie di un altro uomo. Il romanzo viene narrato in prima persona dal protagonista. Da subito si viene a conoscenza del finale del libro, l'omicidio della donna. Tutto il narrato procede come un flashback, partendo dallo spiegare i motivi che hanno poi spinto Castel a commettere l'omicidio. I monologhi interiori e i flussi di coscienza suoi rappresentano le caratteristiche principali dell'opera. Attraverso essi, viene pure delineato il profilo psicologico del pittore. Monologhi e flussi si alternano ai dialoghi tra i personaggi. Il titolo del romanzo si riferisce invece all'isolamento emotivo e fisico di Castel dalla società, sempre più chiaro durante il racconto degli avvenimenti, dall'incontro con la donna fino alla sua uccisione. Questo tunnel in cui si trova il protagonista è causato proprio dalla sua solitudine e dalla disillusione nei confronti della vita. Tema principale del romanzo è l'amore ossessivo del protagonista nei confronti di Maria e la gelosia. Un altro tema importante si può considerare pure la maternità, se si guarda al titolo del quadro grazie a cui si svilupperà la storia. Lo sconforto, l'odio, la solitudine e l'incapacità del protagonista di comunicare, poi, sono altre ulteriori tematiche rilevanti del romanzo, tematiche che lo condurranno appunto in un tunnel di disperazione. Che dire?... Questo romanzo psicologico ha sicuramente influenze dostoevskijane, così come vi sono pure richiami borgesiani, soprattutto per rimandi a posti di una Argentina quasi incantata. Il romanzo - una meditazione sulla condizione patologica dell'artista e, più in generale, uno studio vero e proprio sulla malattia psichica - è una perla assoluta!
romanzo nella sua brevità riporta in maniera agghiacciante come quello che nella mente di un uomo nasce come "amore" diventa ossessione, come un'idea riesce a stravolgere la realtà tanto da portare alle conseguenze estreme di un omicidio. Una terribile cronaca dell'incomprensione, nata proprio da un iniziale momento di riconoscimento. Forse solo l'ennesima dimostrazione del fatto che gli artisti non siano migliori o peggiori di tutti gli altri, ma individui che vedono diversamente il mondo. E l'arte il complesso tentativo di comunicazione per raggiungere qualcuno con una visione simile alla propria.
Questo libro ci fa capire una cosa importante sulla vita in generale e sulla letteratura in particolare; se le cose vengono fatte dopo una lunga meditazione e un continuo impegno si riesce ottenere il meglio da noi stessi, e da chi ci circonda. Un libro bellissimo, e questo Ernesto Sabato è un signor scrittore. Mi ha colpito molto il modo di essere di questo Juan Pablo, la storia d'amore, o meglio il rapporto a 360 gradi che si crea tra lui e la Maria Iribarne, una donna brillante, piena di vita e iniziativa, e anche molto disponibile con Castel. Lei sa come tirarlo fuori dalla oscurità del tunnel della sua solitudine, mettendosi tra lui e la sua arte... è infatti così che lei entra nel suo mondo, osservando uno dei suoi quadri esposti in una galleria. Quando Juan Pablo scopre che la sua amata non è proprio la persona che lui si aspettava che fosse, allora scatta nella sua testa il relè della follia, uccidendola. Un personaggio molto particolare, che non riesci a giudicarlo del tutto, perché è una vittima del suo isolamento, innamorato della sua arte e schiavo dei suoi sentimenti. Sono rimasto abbastanza colpito dal modo di raccontare di Ernesto Sabato; il lettore si sente un partecipe nella storia e spesso finisce per confrontarsi con Juan Pablo: ci sentiamo "trascinati" dai suoi sentimenti e dalle sue emozioni come se noi stessi sperassimo,insieme a lui,di uscire dal tunnel.
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