Linguaggi dell'esperienza femminile. Disturbi alimentari, donne e scrittura dall'Unità al miracolo economico
Anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata. Malattie psichiatriche o forme di ribellione ai modelli femminili tradizionali? Ben prima che nella seconda metà del Novecento si individuasse lo stretto legame tra queste patologie e il contesto sociale, la narrativa femminile italiana ha saputo cogliere il significato metaforico del cibo e del corpo proprio in concomitanza con la messa in discussione del ruolo della donna nella società. Francesca Calamita analizza le rappresentazioni dei disturbi alimentari e del rapporto anomalo con il cibo vissuto dai personaggi femminili dei romanzi di alcune scrittrici italiane come Neera (1848-1918), Sibilla Aleramo (1876-1960), Wanda Bontà (1902-1986), Paola Masino (1908-1989) e Natalia Ginzburg (1916-1991), decodificando il complesso linguaggio dell'alimentazione e del corpo e conducendo il lettore o la lettrice in un percorso che dalla fine dell'Ottocento - periodo in cui la medicina scopre il fenomeno dell'anoressia - si estende al secondo dopoguerra. Attraverso la lente di una poco battuta prospettiva di genere, l'autrice svela come dietro quegli atteggiamenti che comunemente venivano ricondotti alla nevrosi si celasse in realtà la rivendicazione di un ruolo diverso della donna nella famiglia, nella comunità, nel mondo.
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Anno edizione:2015
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