La lunga notte del '43 (DVD) di Florestano Vancini - DVD
La lunga notte del '43 (DVD) di Florestano Vancini - DVD - 2
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La lunga notte del '43 (DVD)
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Descrizione


Nell’autunno del 1943 i fascisti di Ferrara malgrado lo hanno riorganizzato, il partito è lacerato tra due diverse tendenze: quella del moderato federale Bolognesi e quella del fanatico Aretusi, che fa assassinare il primo e, attribuendo il delitto agli antifascisti, scatena una violenta rappresaglia, facendo fucilare undici ostaggi. Nell’estate del 1960 il figlio di una delle vittime, Franco, torna a Ferrara dopo 18 anni e incontrando Aretusi gli stringe cordialmente la mano.

Dettagli

1960
DVD
8023562013198

Informazioni aggiuntive

  • A & R Productions, 2018
  • A&R Productions s.a.s.
  • 101 min
  • Italiano (Dolby Digital 2.0);Italiano (Dolby Digital 5.1)
  • Italiano per non udenti
  • 1,33:1 4:3

Valutazioni e recensioni

  • Alberto
    La lunga notte buia dell'Italia

    Ferrara, inverno 1943. Nella città dominata dai fascisti repubblicani, che governano all’ombra dei tedeschi, Pino, infermo, osserva dalla finestra di casa quanto accade in strada. Anna, la moglie che gestisce la farmacia di famiglia, ha una relazione con Franco, figlio di un vecchio antifascista. Aretusi, fascista della prima ora, fa uccidere Bolognesi, suo rivale nel partito, poiché ritenuto troppo debole, addossando la colpa agli antifascisti. Una notte Aretusi ordina l’arresto di undici cittadini inermi, fra cui il padre di Franco e la loro fucilazione davanti alla casa di Pino, che assiste alla strage. “La lunga notte del ’43” è l’esordio di Florestano Vancini nel lungometraggio, adattando con Pier Paolo Pasolini ed Ennio De Concini il racconto di Giorgio Bassani Una notte del ’43, ispirato alla strage di Ferrara del 15/11/43. Vancini riscostruisce perfettamente le atmosfere, cupe e angoscianti, grazie alla fotografia di Carlo Di Palma, di una Ferrara in parte reale e in parte ricostruita in studio. Nel film i drammi individuali si intrecciano con quello collettivo, vissuto da un’intera città della guerra. Agli inizi degli anni ’60 il cinema italiano sente sempre più forte l’esigenza di rivisitare la storia più recente senza troppi complessi. Torna così l’interesse su temi per anni rimossi come il fascismo, la guerra e la Resistenza. Vancini con La lunga notte del ’43 getta così una luce su un passato prossimo spesso rimosso nell’indifferenza collettiva e a denunciare la fragilità della società italiana. Il suo film è considerato ancora oggi tra le opera migliori sull'Italia di Salò.

  • mp
    grande film

    Un'invalido passa le sue giornate dietro la finestra ad osservare il mondo che gli scorre sotto gli occhi . Sarà testimone di una fucilazione fascista durante la repubblica sociale e i cui protagonisti a guerra finita si sapranno riciclare nella nuova Italia. Si mettono in rilievo i sentimenti umani dei protagonisti , sia sentimentali che politici.

Conosci l'autore

Foto di Florestano Vancini

Florestano Vancini

1926, Ferrara

"Regista italiano. Autore, tra il 1949 e il 1959, di una quarantina di documentari, poi aiuto-regista per M. Soldati (La donna del fiume, 1954) e V. Zurlini (Estate violenta, 1959), esordisce come regista nel 1960 con il lungometraggio La lunga notte del '43, tratto da una «storia ferrarese» di G. Bassani, film esemplare per pulizia d'impianto ed efficacia di racconto, che segnala il regista tra i migliori della sua generazione. Dopo un episodio (La separazione legale) di Le italiane e l'amore (1962), stenta a trovare una felice fusione tra intenzioni e risultati. La banda Casaroli (1962) sulla delinquenza a Bologna nel dopoguerra, La calda vita (1964) da un romanzo di P.A. Quarantotti Gambini, Le stagioni del nostro amore (1966), storia di una crisi ideologica e intellettuale, hanno pregi...

Foto di Gabriele Ferzetti

Gabriele Ferzetti

1925, Roma

"Nome d'arte di Pasquale F., attore italiano. Dopo un precoce esordio in Via delle Cinque lune (1942) di L. Chiarini, interpreta ruoli secondari sia nel cinema sia in teatro. Il suo trampolino di lancio è il Nastro d’argento ottenuto per il ruolo del marito tradito da G. Lollobrigida in La provinciale (1953) di M. Soldati. Nel corso degli anni ’50 si divide ancora fra teatro e cinema. Attore dalle notevoli capacità espressive, si sente a suo agio nei ruoli più disparati: è in grado di impersonare Puccini (nel film omonimo di C. Gallone, 1953) o l’arido borghese (in Camilla, 1954, di L. Emmer) o ancora il grande dongiovanni (in Le avventure di Giacomo Casanova, 1955, di Steno). La sua versatilità seduce anche M. Antonioni, che lo dirige in Le amiche (1955) e L’avventura (1960), rarefatti ritratti...

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