Mi è piaciuto molto. Offre molti spunti di riflessione sfatando gran parte delle convenzioni sociali e gli stigmi che hanno portato alle persone a considerare il lavoro una forma assoluta di realizzazione personale.
Ma chi me lo fa fare? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell'incantesimo
È PROPRIO VERO CHE SE AMIAMO IL NOSTRO LAVORO NON LAVOREREMO MAI UN GIORNO NELLA NOSTRA VITA O SIAMO SOTTO L’EFFETTO DI UN INCANTESIMO? “Oggi sembra impossibile fare del lavoro – che è diventato una vera e propria tortura di massa – uno strumento di educazione al vivere comune. Eppure è una delle poche strade rimaste per non autodistruggerci in una manciata di anni. Ma per dare nuova dignità al lavoro, bisogna cominciare con il metterlo seriamente in discussione.” Efficienti, dinamici, creativi. Ma anche: sovraccarichi, avviliti, depressi. Stanchissimi. Pieni di lavoro. Divisi fra call, impegni familiari e pubbliche relazioni, la luce blu degli smartphone che ci illumina il viso, la notte. Oppressi dal lavoro ma anche del lavoro innamorati, rapiti, vittime di una sindrome di Stoccolma aziendale. Perché oggi il lavoro è tutto e tutto è lavoro. Eppure, mai come oggi, la sensazione è che questo lavoro non basti. Mai come oggi, in un mondo post-pandemico che continua a cantare le magnifiche sorti del neoliberismo, lavorare è sembrato altrettanto privo di senso. Una domanda spettrale, allora, ha cominciato ad aggirarsi fra noi: ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di continuare a credere che il lavoro dei sogni arriverà e non mi sembrerà nemmeno più di lavorare? Chi me lo fa fare di continuare a pensare che se mi impegno, prima o poi ce la farò? Chi me lo fa fare di ritenere che non esista un’alternativa? Attraverso esplorazioni storiche e accurate ricognizioni del presente, Maura Gancitano e Andrea Colamedici ci spingono a riflettere sulle origini e gli sviluppi di un concetto, quello di lavoro, sfaccettato e controverso, mettendone in luce i legami con ciò che abbiamo di più sacro, come la religione o la moralità. Ma ci invitano anche a ribaltare la prospettiva sulle retoriche del privilegio o del merito. E soprattutto ci spingono a immaginare: una soluzione, un mondo in cui sia possibile cambiare. Ma chi me lo fa fare? diventa allora un atto d’amore verso la nostra finitezza e umanità, verso la nostra stanchezza e la nostra voglia di resistere. Una coraggiosa presa di coscienza per capire finalmente che il lavoro – per quello che oggi l’abbiamo fatto diventare – è una trappola, una a cui dobbiamo a tutti i costi sottrarci. Ma magari a passo di danza. Preordina o acquista la tua copia entro il 31 marzo e accedi in esclusiva ad un contenuto editoriale extra a cura dei due autori.
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Chris 20 ottobre 2024Illuminante
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Giorgia5 20 luglio 2023Il coraggio di dire la verità
Il libro parla del mondo del lavoro con una realtà che raramente viene messa nero su bianco. Gli autori sono stati coraggiosi e altruisti nel dire finalmente ciò che molte persone ormai pensano da tempo. L'analisi è stata svolta come sempre in modo accurato, citando tutte le varie fonti, e con una scrittura che agevola la comprensione di una tematica tanto complessa. Veramente bellissimo, lo consiglio davvero a tutti!
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Pepsi 19 maggio 2023un colpo secco ad ogni pagina
Maura e Andrea sono una conferma: precisione, informazione, divulgazione di contenuti filosofici ed informativi trasversali a temi di attualità. Questo saggio a mio avviso rappresenta una vera mitragliatrice che ad ogni pagina spara un colpo secco - diretto a tutti- e mirato a ragionare, pensare sul valore che la parola LAVORO rappresenta per ogni singolo individuo. Un colpo secco a ogni ideologia, usanza e convizione; con l'obiettivo di smantellare pensieri i cui retaggi danneggiano solo l'individuo. Una trattazione che ho trovato in certi punti fluida e in altri più articolata ma con un unico obiettivo principale: colpire a segno. Complimenti vivissimi a Maura e Andrea che con le loro riflessioni argomentate alla perfezione portano LUCE.
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