E' una lettura breve e quindi ci si può rischiare del tempo. Il racconto intrattiene, a tratti ci sono momenti decisamente buoni, ma nel complesso non siamo sui livelli eccellenti delle prime cose di Fontana.
Il mago di Riga
«Questo miraggio delle partite o delle vite senza sbagli: no, Misa si teneva volentieri il fallimento. Si teneva la vulnerabilità e lo scompiglio. Tanto valeva ubriacarsi o combinare pasticci, ma rispettare sempre la dignità del singolo essere umano. Meglio giocare, giocare per la pura festa di giocare, fino a che giorno e notte non perdano di senso: giocare con la devozione e la letizia dei ragazzini che strillano e non vogliono tornare a casa a fare i compiti o lavarsi - le stupide incombenze del mondo reale». Michail «Misa» Tal' (1936-1992), che prima di Kasparov fu il più giovane Campione del mondo della storia, sconvolse l'universo degli scacchi incarnando il gioco come arte, invenzione, complicazione. Lo chiamavano il Mago di Riga per la capacità di «evocare tutte le forze oscure che ogni posizione celava dentro di sé»: bramava il disordine e il sacrificio dei pezzi (atti che per lui racchiudevano anche un significato esistenziale), opposti ai prevalenti distillati di razionalità e pragmatismo. Il 5 maggio del 1992 disputò la sua ultima partita di torneo (sarebbe morto il mese dopo) contro un giovane Grande maestro - lui che a soli ventitré anni aveva battuto Botvinnik, il «Patriarca» della scuola sovietica, che «affermava di non giocare mai per puro piacere». Tra una mossa e l'altra, Misa ricapitola a lampi di memoria la sua movimentata e anarchica esistenza. Cinquantacinque anni segnati dal genio precoce e da costanti malattie, ma vibranti di un gioioso, fraterno e dissipato desiderio di vivere. Le tenerezze dell'infanzia, gli anni d'oro, il declino e le rinascite; le partite che erano sempre per lui «la paziente tessitura di un altrove»; l'umorismo straripante e l'empatia verso chiunque (una sfida al bar con un avventore, una ragazza che piange dopo la partita); e naturalmente i tornei, i molti amori, le sbornie, le beffe al KGB, la costante sete di libertà. Tutto rinasce, come in punto di morte. E mentre cresce la suspense del duello in corso, nella mente del Mago di Riga fioriscono i «momenti fatali» che risvegliano in lui l'essenza, poetica e caotica, della vita. In questo romanzo Giorgio Fontana racconta l'epica di un uomo straordinario che raggiunge la vetta profondendo in ogni mossa l'amore per il rischio, lontano da qualunque cinismo, e dimostrando a un mondo incredulo che talora le storie sono più forti della realtà - che due più due, come Misa amava dire, può fare cinque.
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Anno edizione:2022
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Angelo 10 maggio 2022Gradevole ma si può anche evitare
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Fabio00 01 maggio 2022
Il Mago di Riga è un inusuale romanzo che cerca di raccontare la vita del famoso campione internazionale di scacchi Michail Tal’, avendo come filo conduttore la sua ultima partita di torneo, prima della morte immatura. Dallo stile di gioco non convenzionale del maestro lettone, Fontana riesce a sviluppare il carattere dello scacchista, la passionalità che gli ha consentito di vivere a dispetto del destino e delle pressioni di regime, entrambi incombenti. L’operazione in qualche modo riesce, ma, allo stesso tempo, lascia deluso chi si aspetta da questo interessantissimo scrittore italiano, qualcosa che coinvolga veramente per chi ha letto “Prima di noi”, romanzo fiume su una famiglia italiana nel ventesimo secolo. Alla fine si resta un po’ delusi da questo libretto ammantato da un’inevitabile vena di tristezza, forse un po’ inutile.
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