Manifesto della classe dei servi. Contro la fine del lavoro - Simone Cerlini - copertina
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Manifesto della classe dei servi. Contro la fine del lavoro
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Descrizione


«L’idea che le persone si allontanino dal mercato del lavoro per liberare tempo all’ozio creativo può venire in mente solo a chi può vivere il lavoro come gioco e non come condizione essenziale». Perché leggiamo saggi e articoli tesi a convincerci che non ci può essere soddisfazione in ciò che facciamo? Dobbiamo credere alla retorica delle dimissioni volontarie che piace così tanto ai media? Forse davvero alcune persone, primi fra tutti i benestanti intellettuali, hanno interiorizzato una forma di snobismo per cui devono essere premiati, remunerati e riconosciuti per il solo fatto di esistere, alterando così la loro percezione del lavoro, tanto da teorizzarne uno tagliato su misura per loro. Si ha l’impressione che chi propone la fine del lavoro non ne comprenda l’essenza fondata sulla relazione e sulla reciprocità. Coloro che non godono di rendite, chi vive del proprio stipendio, «servi» in quanto lavoratori, quindi servitori per definizione, poiché orientati ai bisogni e agli interessi degli altri, non chiedono però la fine del lavoro ma anzi lo difendono. La classe dei servi sa che lavorare è il modo migliore per vivere in una società democratica e solidale, lasciando che siano i signori e i loro cortigiani a pensarla diversamente.

Dettagli

17 marzo 2023
200 p., Brossura
9791259821089

Conosci l'autore

Foto di Simone Cerlini

Simone Cerlini

1972, Reggio Emilia

Simone Cerlini nasce a Reggio Emilia, nel 1972. Pubblica il primo romanzo nel 2004, Andreina delle frottole (Guaraldi Editore). Seguono Il profilo dei lupi (Giraldi Editore 2008) e Segrete (Prospettiva Editrice 2011). Alcuni suoi scritti compaiono in raccolte, tra cui il racconto La stanza in Il resto immaginarselo (Perrone Editore 2007), a cura di Fabio Orrico e su rivista, in particolare Domani (“Pollicino Gnus” 2011) e il saggio Il romanzo e l’indicibile: sul bisogno di narrare e ascoltare narrazioni (“Primo amore” 2012). Fonte immagine: sito editore Feltrinelli.

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