Le Manuel ou l'Indispensable de l'Histoire et de la Géographie de France pour l'éducation primaire. Tableaux détachés du Grand Atlas de A. Lesage adoptés comme classiques par le Conseil Royal de l'Instruction Publique et recommandés par lui aux profe
In-folio (400x280mm), pp. 1 di frontespizio a stampa + 10 prospetti storici impressi su doppio foglio e con il testo impresso su numerose colonne (talora evidenziato da un fondo rosa o azzurro) + 1 mappamondo storico inciso su rame, ripiegato ed anch'esso su doppio foglio, con il continente americano e quello africano in verse e l'Asia in rosa tenue (le restanti parti del mondo sono in bianco e nero) + una carta finale impressa al solo verso con il testo della carta costituzionale di Francia. Qualche brunitura. Un disegno con un ritratto maschile è stato tracciato al recto della carta finale. Bell'esemplare.Versione ridotta per esigenze pedagogiche e focalizzata principalmente sulla storia francese del grande atlante storico-geografico ("Atlas Historique Chronologique Geographique et Genealogique") del Le Sage, pseudonimo di Emmanuel Augustin Dieudonné Marin Joseph de Las Cases, meglio conosciuto in quanto autore del celeberrimo "Memoriale di Sant'Elena". L'opera offrì una prospettiva originale, coordinando i dati della storia, della geografia, della genealogia e della cronologia secondo un approccio in parte nuovo rispetto agli atlanti del tempo, servendo da modello all'"Atlas des deux Amériques" di Jarry De Mancy e di La Richérie e ancora ad altre compilazioni. Las Cases (Revel, Haute-Garonne, 1766-Passy-sur-Seyne, 1842), originario di una nobile famiglia spagnola, ufficiale di marina giunto al grado di tenente di vascello, subito attratto dal nascente astro napoleonico, fu da Bonaparte creato barone, conte dell'impero e ciambellano tra il 1809 e il 1810. Rimasto fedele all'imperatore anche dopo la sua prima abdicazione, tornò al suo fianco, dopo i Cento Giorni, successivamente ad un breve esilio londinese e, dopo la disfatta di Waterloo, lo seguì a Sant'Elena dove trascrisse con zelo ma talora con notevoli libertà i colloqui avuti con lui. Espulso dall'isola nel novembre 1816 per ordine del governatore Hudson Lowe, esule in Germania e in Belgio, poté rientrare in Francia solo dopo la morte di Napoleone, osteggiando come deputato i Borboni prima e Luigi Filippo poi, restando bonapartista sino alla fine dei suoi giorni. Alcuni biografi di Las Cases sostengono che l'atlante fosse in realtà opera di un prete francese rifugiato in Inghilterra di cui Las Cases avrebbe acquistato l'opera. Walter Goffart, Historical Atlases: The First Three Hundred Years, 1570-1870, n. 421: "One of the many spin-offs". Quérard, Littérature française contemporaine, 4:627. Catalogue de l'histoire de France, 1:56. Cfr. (per l'"Atlas" vero e proprio): Brunet, III, 859. Graesse, IV, p. 113. Quérard, IV, 586-589. Phillips, I, p. 37, n. 125.
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Anno edizione:1830
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