Uno degli scritti di Marquez che mi ha lasciato una visione dell'amore più bella e sembra un paradosso visto che il libro inizia raccontando la storia di un vecchio scrittore puttaniere che nella sua vita non ha mai conosciuto l'amore, e decide di chiedere una prostituta minorenne come regalo per i suoi novantanni. Il libro però passa da una dimensione squallida ad una aulica quando il vecchio si innamora della ragazza, o meglio della visione che di lei si è fatto, con la quale non consuma nessun rapporto ma continua a pagare soltanto per dormirvi accanto, e finalmente riesce a comprendere l'amore migliorando la propria visione della vita ed anche la sua scrittura sempre mediocre fino a quel punto.
"L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte di amore folle con un'adolescente vergine." Comincia così il nuovo romanzo di Gabriel Garcia Márquez, il libro con cui il premio Nobel colombiano torna dopo dieci anni alla narrativa. A raccontare è la voce dell'anziano protagonista, un giornalista eccentrico e solitario, che accanto a un'adolescente scopre il piacere inverosimile di contemplare il corpo nudo di una donna che dorme "senza le urgenze del desiderio o gli intralci del pudore". Scopre forse per la prima volta l'amore, quello che non ha mai cercato in tutte le donne che ha incontrato e conosciuto, trovando "l'inizio di una nuova vita a un'età in cui la maggior parte dei mortali è già morta".
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Anno edizione:2006
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Davide Garamella 16 maggio 2018
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Un vecchio sporcaccione, abituale utilizzatore di prostitute (ma no! Non è quello a cui stai pensando) decide, per i suoi novant'anni di regalarsi una giovane prostituta vergine. La lettura t'intriga, vuoi sapere come va a finire. Il romanzo è breve e lo leggi tutto in una volta per scoprire che alla fine il simpatico vecchietto ha tanti anni, ma un cuore di ragazzo e s'innamora veramente. Aveva ragione mio nonno “l'amore non ha età”.
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Maristella Copula 17 aprile 2006
Può un libro essere una poesia,può essere una piccola favola delicata, può essere un gioiello prezioso che viene mostrato con discrezione e riserbo,senza perdere finezza,leggiadria e sensibilità? Si può parlare di solitudine e vecchiaia,di un riappropriarsi dei propri sentimenti nonostante l'impossibilità di non finire per essere come gli altri credono che uno sia? Marquez ci conferma ancora una volta,di essere capace di comprendere, in un piccolo libro,quasi un racconto,il compendio di un'intera vita e l'infinito bisogno,ad ogni età,di ritrovare un punto di origine per continuare il cammino,senza privarsi della saggezza dell'esperienza e del vissuto,trasformando le intemperanze giovanili in momenti di struggente dolcezza e tranquilla amabilità, ricordando con una frase di Cicerone che 'Non c'è vecchio che dimentichi dove ha nascosto il suo tesoro'. E il tesoro nascosto è infatti ben visibile e si tratta di amore, il quale, si ferma delicatamente ai bordi dell'amore vitale e in una sorta di placida contemplazione imbeve l'anima di consapevole epilogo, elevando lo scrittore stesso,ad una intensa visibilità della sua voglia di vivere e di regalarci ancora la sua palpitante scrittura.
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