Brossura editoriale di 366 pagine. Prefazione di Luigi Einaudi. Presentazione di Pier Franco Quaglieni. Postfazione di Elvio Soleri. Copia in condizioni di nuovo, ancora sigillara-- Marcello Soleri (Cuneo 1882-Torino 1945), erede di Giovanni Giolitti ed artefice della nomina di Luigi Einaudi a Governatore della Banca d'Italia nel 1944, fu uno degli esponenti più prestigiosi del liberalismo italiano del Novecento e Statista di alto profilo politico e morale. Sindaco di Cuneo nel 1912-13, venne eletto deputato al Parlamento nel 1913, diventando ben presto il più stretto collaboratore di Giovanni Giolitti. Alpino volontario nella Grande Guerra, decorato sul campo di Medaglia d'argento, Ministro delle Finanze nel 1921-22, fu Ministro della Guerra nel 1922 e propose al re la firma del decreto per fermare la Marcia su Roma. Fiero oppositore del fascismo, che combatté coraggiosamente innanzitutto in Parlamento, commemorò a Montecitorio nel 1926 Giovanni Amendola. Nel 1924 rifiutò diaderire al listone voluto dai fascisti e si ripresentò candidato con Giolitti, Brosio e Villabruna in Piemonte. Fatto decadere da Deputato dal regime, tornò alla professione d'avvocato durante la dittatura, mantenendo stretti legami con Benedetto Croce, Luigi Einaudi e l'antifascimo liberale. Nel 1944, nei Governi del Comitato di Liberazione Nazionale, fu Ministro del Tesoro fino alla sua morte. La sua opera in campo economico, d'intesa con Einaudi, Governatore della Banca d'Italia, contribuì in modo determinante a salvare la Lira, attraverso un prestito nazionale che egli lanciò e sostenne, malgrado la malattia, fino a pochi giorni prima della sua morte.
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Brossura editoriale di 366 pagine. Prefazione di Luigi Einaudi. Presentazione di Pier Franco Quaglieni. Postfazione di Elvio Soleri. Copia in condizioni di nuovo, ancora sigillara-- Marcello Soleri (Cuneo 1882-Torino 1945), erede di Giovanni Giolitti ed artefice della nomina di Luigi Einaudi a Governatore della Banca d'Italia nel 1944, fu uno degli esponenti più prestigiosi del liberalismo italiano del Novecento e Statista di alto profilo politico e morale. Sindaco di Cuneo nel 1912-13, venne eletto deputato al Parlamento nel 1913, diventando ben presto il più stretto collaboratore di Giovanni Giolitti. Alpino volontario nella Grande Guerra, decorato sul campo di Medaglia d'argento, Ministro delle Finanze nel 1921-22, fu Ministro della Guerra nel 1922 e propose al re la firma del decreto per fermare la Marcia su Roma. Fiero oppositore del fascismo, che combatté coraggiosamente innanzitutto in Parlamento, commemorò a Montecitorio nel 1926 Giovanni Amendola. Nel 1924 rifiutò diaderire al listone voluto dai fascisti e si ripresentò candidato con Giolitti, Brosio e Villabruna in Piemonte. Fatto decadere da Deputato dal regime, tornò alla professione d'avvocato durante la dittatura, mantenendo stretti legami con Benedetto Croce, Luigi Einaudi e l'antifascimo liberale. Nel 1944, nei Governi del Comitato di Liberazione Nazionale, fu Ministro del Tesoro fino alla sua morte. La sua opera in campo economico, d'intesa con Einaudi, Governatore della Banca d'Italia, contribuì in modo determinante a salvare la Lira, attraverso un prestito nazionale che egli lanciò e sostenne, malgrado la malattia, fino a pochi giorni prima della sua morte..
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Anno edizione:2013
- Prodotto usato
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