La mia creatura
«Leggere questa raccolta di poesie di Komil Teresa Singh, non ancora diciottenne, si rimane colpiti sia dalla freschezza e dall’intensità passionale delle sue liriche, sia da una ispirazione pulita, di sentimenti, soprattutto d’amore, puri e tersi, che talora nascondono un sottile e appena accennato erotismo. Le immagini poetiche sono talora forti, di notevole intensità esistenziale, talora leggerissime, come nuvole passeggere. In queste dicotomie lei si muove, sospesa fra tradizione occidentale e orientale, con estrema facilità, superiore alla sua età. La sua ispirazione poetica e il suo poetare riecheggiano talora le sue origini Sikh e talaltra l’asprezza e l’asciuttezza della terra sarda. Così il retaggio poetico occidentale classico si sposa alla tradizione eccelsa della poesia indiana, basti ricordare Tagore, ma pure di altri grandi nomi della letteratura indiana moderna, anche omonimi di Komil Teresa Singh, come Mohan Singh e il suo romanticismo, oppure Bhai Vir Singh, poeta, studioso e teologo indiano del movimento di rinascita Sikh, considerato il principe della letteratura panjabi moderna». (dalla nota introduttiva di Francesco Solitario)
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Anno edizione:2024
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