Alberto Stigliano, il capofamiglia di questa commedia del 1955 dove Eduardo De Filippo sviluppa il tema, a lui caro, delle conseguenze della guerra, dice nel primo atto: «Poi la guerra; poi la caduta del fascismo. Caduta che ci mise di fronte alla crudezza di una realtà spietata. Perché con il fascismo caddero illusioni, idoli e miti. E l’umanità, giovani e vecchi compresi, capí che gli incrollabili e i potenti si reggono in piedi fino a quando sono le nove e tutto va bene . E questo non è successo solo da noi, ma in tutto il mondo. Allora non crediamo piú a niente, ed ecco che si vive all’arrembaggio…alla giornata: minuto per minuto. Qua nun ce stanno denari che bastano. Si spende quello che guadagni nel mese in corso, quello del mese appresso, e quello che forse guadagnerai. Ed allora, noi ci troviamo di fronte a due specie di disordini: finanziario e morale».
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Anno edizione:1974
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