La scrittrice si è ispirata a quanto accaduto a suo padre durante il periodo che va dal rapimento di Aldo Moro sino all’inizio di questo secolo. L’autrice ripercorre il coraggio della madre (simbolicamente associata alla Cinquecento gialla che guidava), anche se in quegli anni nella sua mente il padre era un eroe innocente costretto alla fuga (in quanto accusato di appropriazione indebita dal partito, con ambigui rapporti con Bava e i Cutolo). La 500 aveva allora quattro marce (quindi una in meno) a rappresentare la debolezza della donna, ma sarà proprio la madre a crescere, da sola, le due figlie, con coraggio e onestà. Sarà che la politica italiana degli anni ‘70 e ‘80 mi ha sempre affascinata, ma ho trovato questo romanzo molto interessante e scritto in maniera accattivante.
Mia madre aveva una Cinquecento gialla
Libro vincitore del Premio Rapallo BPER Banca 2024 - Sezione narrativa
Un esordio dolceamaro su una famiglia che di colpo si ritroverà catapultata in mezzo agli intrighi politici che hanno diviso l’Italia nel periodo a cavallo degli anni Ottanta, a ridosso degli anni di piombo e del rapimento Moro. Un romanzo di formazione autentico e onesto che racconta di trame occulte e malaffare visti attraverso lo sguardo curioso di una ragazzina restituendo allo stesso tempo un quadro vivo e realistico di un periodo della nostra storia su cui rimangono ancora troppi misteri.
«Che storia! Piena di ferocia, bugie di adulti e intricati tradimenti politici. Il romanzo è pieno di colpi di scena, ma la voce di Gina è come un luminoso filo di Arianna che guida il lettore nel suo viaggio di scoperta. La prosa è impeccabile. Gina è un personaggio vibrante, dinamico, pieno di vita. Ho amato questo libro!». - Catherine Dunne
«Un romanzo dai contorni definiti, che si stacca dal resto e ci supera in corsa, lasciandoci profondamente soddisfatti». - Claudia Durastanti
«Di quegli intrecci e segreti di famiglia di cui i bambini non dovrebbero sapere niente, in realtà sanno tutto. Soprattutto le bambine, come quella di questo romanzo, che crescendo toglie il velo alla realtà con la grazia e la precisione della scrittura che restituisce il nome a ogni cosa». - Nadia Terranova
Gina ha dieci anni ed è figlia di un politico democristiano, Mario Carafa, che nell’estate del 1980 è costretto a scappare da Napoli e a lasciare la sua famiglia. Con la madre Sofia e la sorella Betta, Gina parte sotto falso nome per raggiungere il padre in Sardegna. Grazie alla passione sfrenata per le storie e le parole nuove, Gina prova con tutte le sue forze a comprendere cosa stia succedendo, cercando di decifrare il significato di termini per lei esotici come “capro espiatorio”, “latitante”, “brigatista” e “camorrista”. Le sembra di capirne il senso, eppure più passa il tempo e più rimane confusa: suo padre è innocente o colpevole? È un politico o un camorrista? Chi sono i suoi amici e chi invece gli è diventato nemico? Tra incomprensioni familiari, ribellioni adolescenziali, nuove amicizie e nuove avventure a bordo della sgangherata Cinquecento gialla di sua madre, Gina supera questo periodo difficile e si mette a investigare per conto suo per scoprire le vere ragioni che stanno dietro la latitanza di suo padre e soprattutto per cercare di riportarlo a casa una volta per tutte.
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Anno edizione:2024
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Concetta M. 06 gennaio 2025tra realtà e finzione
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