Un racconto autobiografico genuino, scanzonato, scevro di retorica, aneddotica e companatici, di una donna forte, che ha saputo affermarsi solo tramite lo studio, la dedizione, la consapevolezza dei propri mezzi (e dei propri limiti), in un momento della storia d'Italia nel quale di tutte le necessità bisognava fare virtù. Il filo rosso è, chiaramente, la bicicletta. Presenza costante, più o meno silenziosa, se non per qualche caduta (anche rocambolesca), dalla quale ci si deve sempre rialzare. Dall'amore mai sbocciato per le lettere (e, forse, la narrazione, in parte, lo comprova) alla scelta saggia di "ripiegare" sulla fisica e, quindi, sull'astronomia; dalle incomprensibili leggi razziali alle littoriali di salto in alto e in lungo. Dalle prime occupazioni precarie al ruolo, precorritore, nell'Università e nella ricerca italiana. Passando per l'ambientalismo, la sostenibilità, la passione per gli animali, l'inquinamento, l'utopia di una città futuristica a misura d'uomo. Insomma, Margherita Hack è stata una donna che ha pedalato tanto, anche in salita, a volte contro il sentir comune e contro i pregiudizi, prima di dover essere costretta ad attaccare la bicicletta al fatidico chiodo, alla soglia della sua quarta giovinezza.
La mia vita in bicicletta
Montiamo in sella con Margherita Hack per ripercorrere con un’ironia garbata tutta toscana la sua vita al ritmo di dolci o sfrenate pedalate. La celebre astrofisica ci racconta come è passata dal triciclo alla bici da corsa. In mezzo ci sono le salite fiorentine; l’università; il secondo conflitto mondiale e il rifiuto di aderire al fascismo; l’amore per Aldo che, prima di diventare suo marito, fu grande amico d’infanzia e di giochi al Bobolino; la passione per il ciclismo e l’atletica; la carriera; l’affetto per gli animali; i viaggi all’estero; Trieste e le gite a due ruote a respirare libera nella natura, o le piacevoli nuotate a Barcola... Negli ultimi capitoli, quasi una pedalata civile, ci descrive il suo impegno culturale e politico, l’attenzione verso l’ambiente e le sue considerazioni sul dibattito dell’energia nucleare. Infine ci confida la vita nella sua “quarta giovinezza” lontana dalla bicicletta, ormai “appesa al chiodo”, ma ancora ricca di sogni e di ideali. Prefazione di Patrizio Roversi.
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Anno edizione:2023
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In commercio dal:23 giugno 2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Antonio Poso Zurlo 26 novembre 2023Una grande "ciclista"
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