Bel libro che racconta alcuni viaggi fati dall'autore lungo il fiume più lungo di Italia. Il suo resoconto permette di scoprire alcune realtà spesso trascurate, pur essendo a pochi passi da noi.
Morimondo
Il Po, anzi Po senza articolo, è il grande fiume, il fiume per eccellenza. Sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. Invece no. Forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire là dove muore un mondo perché un altro nasca. Paolo Rumiz ci racconta che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque è andata proprio così: Po visto dal Po è un Dio Serpente, una voce sempre più femminile irruente e umile, arrendevole e solenne, silente fra le sue rive deserte. Paolo Rumiz sa fare del Po un vero protagonista, per la prima volta tutto narrato a fior d'acqua, in un abbandono dei sensi inedito, coinvolgente, che reinterpreta i colori delle terre e dei fondali, i cibi, i vini, i dialetti, gli occhi che lo interrogano, lo sfiorano, lo scrutano. E poi ci sono gli incontri con il "popolo" del fiume, ma anche con personalità legate dall'amore per il fiume come la cacciatrice di luoghi Valentina Scaglia, il raffinato corsaro Paolo Lodigiani, il traghettatore dantesco Angelo Bosio, il collezionista di immagini Alessandro Scillitani, l'amico dei venti Fabio Fiori, l'esploratore Pierluigi Bellavite, lo scrittore Valerio Varesi e l'amico Francesco Guccini. Cominciata come reportage e documentario, l'avventura sul Po è diventata un romanzo, un viaggio interiore, un'avventura scavata nell'immaginazione, carezzata da fantasmi, a due passi dall'anima.
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                                        Anno edizione:2015
 
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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        Lorenzo 07 ottobre 2025Non serve andare lontano per scoprire novità
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        Marco Berto 07 giugno 2022questo nostro grande fiume
Paolo Rumiz, come ebbi modo di dire in una mia passata recensione, è un classico vivente. Questo libro, così come altri dello stesso autore, stimola reazioni contrastanti . Contrastanti perché, se da un lato risveglia in me un senso di appartenenza verso questo piccolo grande paese,pian piano,fa germogliare un’indicibile frustrazione per la devastazione perpetrata da chi dovrebbe esserne attento custode: noi! Le vestigia paesaggistiche del passato (che potrebbero essere però una risorsa per il presente), mortificate da una logica consumistica che insegue i falsi miti del mercato globalizzato . Questo è un grande fiume, che nulla ha da invidiare ai grandi fiumi del mondo, incastonato in una perla che si chiama Italia. Quale peccato capitale far parte del coro chiamato Europa, silenziando la voce di un fiume di intramontabile bellezza.
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        Simone Serafino 06 marzo 2017
Questo lavoro di Rumiz è il diario di un viaggio lungo il Po. Durante la navigazione si incontrano diversi personaggi che evidenziano il contrasto tra coloro che rimpiangono la vecchia vita del fiume, vissuto come una risorsa da rispettare, e opere dell'uomo che lo vedono solo come qualcosa da sfruttare. Si legge con piacere come se si seguisse un documentario, rimane un pizzico di amaro per il modo in cui le bellezze del nostro paese vengono maltrattate
 
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