Ottessa Moshfeg non scrive storie banali. Le va dato atto di riuscire - vinte le nostre iniziali, immancabili resistenze - a prenderci per mano e ad accompagnarci dove ci sentiamo più insicuri, oltre i confini del nostro mondo consueto, quotidiano, confortevole. Questo romanzo, che pure inizia e procede come un thriller, in realtà è una discesa nella solitudine di una donna anziana, ritiratasi a vivere in un paese del nordamerica innevato e straniante. L'ambientazione e la scrittura creano nel lettore un senso di spaesamento, destinato a crescere pagina dopo pagina, che non troverà consolazione in un finale aperto ed irrisolto. Un libro, insomma, che va apprezzato durante la lettura, così come la musica non si ascolta per vedere 'come va a finire'. Consigliato a lettori evoluti.
La morte in mano
«Si chiamava Magda. Nessuno saprà mai chi è stato. Non l’ho uccisa io. Qui giace il suo cadavere.»
Un’anziana signora, da poco rimasta vedova, va a vivere in una casa in mezzo al bosco. Una mattina, mentre porta a spasso il cane, trova a terra un bigliettino scritto a mano e incorniciato da sassolini: “Si chiamava Magda. Nessuno saprà mai chi è stato. Non l’ho uccisa io. Qui giace il suo cadavere”. Nella mente della protagonista iniziano ad affiorare – e poi ad affollarsi con insistenza – varie congetture su chi fosse Magda e sul motivo della sua morte, ma quando le sue supposizioni iniziano a trovare eco nel mondo reale, la sua curiosità si trasforma pian piano in paura. Contemporaneamente, percepiamo una sottile dissonanza, la sensazione che la nostra narratrice abbia perso contatto con la realtà. E mentre lei riavvolge i ricordi della sua vita si fa strada in noi il presentimento che per sciogliere l’enigma ci sia una spiegazione più facile, forse più sinistra, che colpisce vicino a casa.
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Eclipse 23 luglio 2023Alla fine, la solitudine
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Mirella 07 febbraio 2023Capolavoro
Capolavoro Categorizzare questo romanzo al genere thriller è come voler dare un colore all'acqua. Questo romanzo è tanto, ma tanto di più. Se credete di leggere un mistery, cambiate libro. La Moshfegh non è solo riuscita a scavare dentro la mente e la psiche della protagonista, ma anche sulla mia. Adorato dalla prima all'ultima pagina
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ELISA CARADONNA 05 ottobre 2020
In anni di lettura è la prima volta che posso classificare un libro...come "tempo perso". Non c'è una soluzione al giallo, la trama bruscamente si ferma in una banalità e tu ti chiedi se si sono dimenticati di stampare il finale. Peccato, l'idea iniziale era buona.
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