...c'è chi dice sia questa la traduzione per la parola "jazz"... ...leggere questo libro è come passare una mezzora ad ascoltare le chiacchere di un amico in un club... ...a raccontare le loro storie e la loro musica sono duke ellington, dexter gordon, mingus...
Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz
Ci sono saggi che parlano di jazz, romanzi ambientati nel mondo del jazz, raccolte di articoli, analisi musicologiche, biografie di jazzisti. E poi c'è "Natura morta con custodia di sax" di Geoff Dyer. Libro unico e inafferrabile, oggetto letterario misterioso che sfugge e resiste a ogni tentativo di incasellarlo in un genere, testo mercuriale e metamorfico che muta a ogni nuova lettura, "Natura morta con custodia di sax" è un libro sul jazz, sull'influenza che questa musica ha avuto sulla società e la cultura occidentali, sulle vite di alcuni dei musicisti più importanti della storia - Lester Young, Charles Mingus, Thelonious Monk -, vite evocate con tanta vividezza che, secondo Jonathan Lethem, «si può sentire il whisky sulla lingua, l'odore dei mozziconi di sigaretta, i colpi di tosse fra una registrazione e l'altra». Ma "Natura morta con custodia di sax" è anche un libro sulla poesia, sulla fotografia, sugli sconfinati spazi americani che un Geoff Dyer giovanissimo attraversa in auto con la fidanzata, ascoltando jazz, solo jazz, mentre guidano sotto un cielo illimitatamente blu. È un libro sulla musica, e su come la musica può cambiare la vita. Sull'arte, sulla bellezza, sulla bellezza imprevedibile della vita. È, soprattutto, un libro sulla scrittura, dove la scrittura si piega fino a diventare puro suono; finché la parola si spoglia della sua rigidità per diventare - in queste pagine che il New Yorkerha definito «notturne réverie musicali» - gioco, continua allusione, improvvisazione, sogno. Con una nuova prefazione dell'autore.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2019
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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STEFANO BALIELLO 21 dicembre 2010
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MASSIMILIANO MALACARNE 26 novembre 2010
Un po' romanzo, un po' saggio ... Comunque un libro magnifico, imperdibile per chiunque ami il jazz ! Naturalmente deve essere letto con un sottofondo musicale adeguato, preferibilmente un vecchio disco in vinile con un po' di fruscio ...
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Fernando Mantovani 04 dicembre 2007
un libro che mostra foto attraverso le parole. Le biografie maledette e non dei miti del jazz
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