Recensioni Navi di carta

Navi di carta di Contardi

Un misterioso messaggio chiuso in una busta abbandonata tra i fili d’erba di un’aiuola, una lettera d’amore mai spedita, con una ambigua minaccia di suicidio. Il caso vuole che siano Piero e Giorgio, i giovani protagonisti di “Navi di carta”, a trovare l’enigmatico biglietto e a mettersi sulle tracce del suo estensore. Da questo movente si dipana la vicenda di un’investigazione tormentata e contraddittoria che avrà i suoi sviluppi in una Marsiglia invernale e ventosa. Piero e Giorgio si imbatteranno in figure umane sospese tra la nostalgia di un passato irrimediabilmente chiuso e la delusione del presente: un anziano lavoratore del porto che costruisce imbarcazioni in miniatura, una bibliotecaria che li mette sulle piste della sconosciuta padrona del “Titanic”, il cadente albergo in cui alloggiano i protagonisti. Ma soprattutto uno scrittore, che si rivelerà il vero motore della vicenda, sognatore malinconico al quale verrà assegnato un amaro destino.

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