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Anno edizione: 2019
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Finalmente la Nazione delle Piante, la più importante, diffusa e potente nazione della Terra, prende la parola.
«Immaginare una costituzione scritta dalle piante, cui io presto l'opera di tramite con il nostro mondo, è l'esercizio giocoso dal quale nascono le pagine del mio libro» - Stefano Mancuso, Robinson
«In nome della mia ormai pluridecennale consuetudine con le piante, ho immaginato che queste care compagne di viaggio, come genitori premurosi, dopo averci reso possibile vivere, vengano a soccorrerci osservando la nostra incapacità a garantirci la sopravvivenza. Come? Suggerendoci una vera e propria costituzione su cui costruire il nostro futuro di esseri rispettosi della Terra e degli altri esseri viventi. Sono otto gli articoli della costituzione della Nazione delle Piante, come otto sono i fondamentali pilastri su cui si regge la vita delle piante, e dunque la vita degli esseri viventi tutti.»
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Attraverso la presentazione di otto principi fondamentali da tenere a mente per ricollocare l'importanza delle piante sul nostro pianeta, Stefano Mancuso ricorda l'importanza delle piante per la nostra stessa vita, divulga principi scientifici e racconta anedotti curiosi.
Il professor Mancuso si imbarca in un'allegra Utopia dove sono le Piante a governare la Terra. Applicando su larga scala i loro principi "pacifici", l'autore ci prospetta un pianeta armonico organizzato. E tutto ciò cosa riflette? Soltanto la meravigliosa integrazione delle piante all'interno di ogni ecosistema. Non mancano sorprese e curiosità, sempre pronte a colpire un lettore quando a intrattenerli è una mente lungimirante e amante di quello che fa.
Stefano Mancuso è uno scienziato e dirige il laboratorio di neurobiologia vegetale dell'università di Firenze. Lo dico per sottolineare la formazione dello scrittore. Questo signore l'ho sentito spesso in programmi televisivi e mi è sempre piaciuto per il modo pacato di dire le cose, che sente l'urgenza di scrivere. In questo suo scritto lui vuole che le persone riflettano sulla loro dimensione estremamente infinitesimale, rispetto a quella del mondo vegetale. Vuole che le persone comprendano che loro non posseggono nulla e che quel mondo ci sarà ancora, quando il genere umano non ci sarà più. La terra ci sta solo ospitando e noi, genere umano, la stiamo usando come il contenitore dell'immondizia. Lui lo dice con molto più pacatezza.
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