La neve era sporca

Simenon ci racconta il punto di vista di un ragazzo che vuole già sentirsi uomo, cosa che lo spinge a commettere dei delitti, per dimostrare a se stesso (o a qualcun altro) ciò di cui è capace. Sullo sfondo dei suoi pensieri contorti sì sviluppa una storia d'amore non proprio convenzionale, che gli entra dentro senza che lui abbia il tempo di accorgersene

"Sono tutte cose che richiedono tempo e lui è continuamente indaffarato, eppure sembra che quei due giorni non vogliano decidersi a passare. Sempre neve sporca, tutta quella neve che pare marcita, con tracce nere ed incrostazioni di detriti. La polvere bianca che ogni tanto si stacca dalla crosta celeste, a mucchietti, come il calcinaccio da un soffitto, non ce la fa a coprire quel sudiciume."

Ti lascia come al solito spiazzato Simenon, pur sapendo già dove andrà a parare la storia non puoi fare a meno di leggere con avidità, immedesimandoti quasi nell'animo di questo ragazzo che vuole a tutti i costi "strafare", riuscendoci fino alla fine. Non c'è l'arguzia di Maigret, nè la suspance del romanzo giallo, c'è però la suspance del romanzo introspettivo, più dura e difficile da digerire. Consigliato