Se è vero che "il cinema è morto", come Ferreri ripeteva nelle ultime interviste, è vero allora che a morire è stato innanzitutto un certo modo di abitare uno spazio, vivere una vita all'interno di un luogo entro le cui mura, malgrado e oltre ciò che veniva proiettato sullo schermo, scorreva la vita di uomini e di donne. Questo è il "cinema" di Nitrato d'Argento. La sequenza in cui il volto di Ingrid Bergman viene proiettata sulle facciate dei palazzi è il momento più felice di questa fusione di cinema e spazio vitale. Se il cinema - e i bilanci erano ancora nell'aria, poiché il centenario (1995) era ancora fresco - è compreso come una mappa di film e di autori, qui ne viene mostrato il simmetrico controcampo: le reazioni che quei film e quegli autori ebbero sul corpo dello spettatore: corpo politico, estetico, emotivo. Peccato che la vena ferreriana, dopo l'amaro ed esatto "Diario di un vizio", sia qui inaridita: la sala cinematografica piena di manichini, sulla quale scorrono i titoli di testa, ne è in qualche modo l'emblema. Ferreri riesce solo in parte a comporre una vera e propria elegia del cinema, perché l'ispirazione - nel caleidoscopio delle sequenze - è assai discontinua. Interessante, nei contenuti extra, lo "speciale" dedicato al film, a cura di Pappi Corsicato.
Nitrato d'argento
La storia del cinema raccontata attraverso le centinaia di figure, vite, vicende ora comiche, ora tragiche, che compongono l'eterogeneo pubblico popolare delle immense sale cinematografiche degli inizi del secolo.
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Regia:
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Interpreti:
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Paese:Italia; Francia; Ungheria
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Produzione:Cecchi Gori Home Video, 2015
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Distribuzione:Terminal Video
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Durata:104 min
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Lingua audio:Italiano (Dolby Digital 2.0 - stereo)
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Lingua sottotitoli:Italiano per non udenti
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Formato Schermo:1,78:1
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Contenuti:speciale: "Argento puro" di Pappi Corsicato - "Il cinema è morto" di Valentina Pattavina
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