Non riesco a esprimere che delusione sia stata rileggere per la seconda volta questo libro. La storia si concentra quasi completamente intorno a Madeline, una ragazza di diciassette anni che, a causa di una terribile malattia chiamata SCID, non può uscire di casa pena la morte, quindi studia frequentando dei corsi online nella sua camera, legge tanti libri (decontaminati e incellofanati ermeticamente) e trascorre la maggior parte del tempo libero con sua mamma (nonché il suo medico personale) e la sua infermiera, Carla. Finché, un giorno, dalla finestra della sua stanza, non vede arrivare un ragazzo, appena trasferitosi con la sua famiglia nella casa di fronte. Dall’oggi al domani cominciano a comunicare dalla finestra e poi tramite messaggi e email, fino a che Madeline, con la complicità di Carla, riuscirà finalmente a incontrare di persona Olly, di cui si è già innamorata prima ancora di conoscerlo. Questa è tutta la storia. Piatta, monotona, noiosa al punto da dover interrompere spesso la lettura, senza un worldbuilding né un approfondimento di niente, a parte qualche accenno solo verso la fine quando Madeline, dopo aver sfidato il suo destino e sua mamma, decide di scappare di casa per qualche giorno insieme a Olly che a sua volta vuole prendersi una pausa dalla sua famiglia disastrata e, sorpresa sorpresa… scopre che è stata tutta una menzogna orchestrata dalla madre che, in seguito alla morte del marito e di un altro figlio in un incidente automobilistico, non si è mai ripresa dal dolore e che, per non perdere l’unico affetto rimastole, si è inventata tutto tenendo sua figlia completamente prigioniera in una bolla di bugie. Mah.
