Il non detto della libertà
Mai come in questi anni il concetto di libertà è stato al centro di dibattiti e riflessioni intellettuali, politiche e persino giornalistiche. La necessità di una chiarificazione concettuale e filosofica si impone. Dove inizia e dove finisce la nostra libertà? Come definirla? Chi ne è il titolare, ammesso e non concesso che ce ne sia uno: l’individuo, lo Stato, Dio? Quale ne è il fondamento? I filosofi si sono interessati da sempre alla Libertà: l’hanno opposta ora alla necessità, ora alla verità, ora al male, ora alla forza predominante delle passioni da cui dobbiamo liberarci. L’autore segue in queste pagine due percorsi apparentemente divergenti: uno più marcatamente teoretico, o speculativo, che interroga pensatori come Kant, Schelling, Heidegger e Pareyson; un altro più filosofico-politico, al cui centro sono le riflessioni sulle “due libertà” di Constant, Berlin, Bobbio e Skinner, o i contributi dei grandi classici del pensiero liberale, in particolare Locke, Mill, Hayek e Aron. Mettendo i due percorsi in tensione e contraddicendoli reciprocamente, l’idea di libertà che emerge mostra sempre un ineliminabile tratto di “non detto” o “non dicibile”. Essa è metafora e sostanza della condizione umana segnata dalla finitezza.
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Anno edizione:2022
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In commercio dal:2 dicembre 2022
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