È quasi un comandamento, l'undicesimo, il titolo del film di Claudio Caligari, che nella degradata atmosfera della periferia romana (del 1995, anno in cui si svolge il racconto) suona come un impossibile incitamento all'onesta e alla moderazione. Invece, i protagonisti, Cesare (il bravissimo Luca Marinelli, qui ironico più del solito) e l'amico di sempre Vittorio, si azzuffano, bevono e si drogano, vivono border-line una vita al confine tra bene e male, tra eccessi e pause nel nulla, ma sempre alla ricerca di qualcosa che li faccia uscire dalla gabbia di povertà e di illegalità in cui sono consapevoli di trovarsi. La fotografia acida riempie lo schermo di immagini forti e vitali, quasi scolpite, sostenendo una storia che si snoda tortuosa tra la violenza della loro vita e le allucinazioni disperate degli effetti della droga. Il film è godibile e si lascia vedere, ma solo per la curiosità di conoscere quale sarà la loro fine.
