Non ho navigato i sette mari
Non ho navigato i sette mari comincia con una bellissima dichiarazione d'amore alla scrittura, della sua imprescindibilità nelle vita. Almeno nella vita di Luigi. E in un verso è condensata sia la potenza della 'grande domanda', sia l'ambiguità e il mistero che la pervade: "del non sapere se esiste e dove diavolo sia Dio". Luigi è il cantore dei silenzi e delle nostalgie: "resta una poesia da ricomporre / e nostalgia di silenzio". Scrive per "scoprire se esisto" e racconta la centralità di chi sta ai margini. Luigi raccoglie i cocci di un mondo che si sta sgretolando e li ricompone nelle sue poesie mosaico di parole -, che prende la forma delle sue malinconie mai rassegnate, ma consegnate in dono a noi lettori.
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Autore:
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Editore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2016
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