L’esordio alla scrittura di Giacomo Lopez, “Non resterà la notte”, ha tutti i pregi e i difetti di un’opera prima, ma i primi fanno facilmente dimenticare i secondi. La scrittura è semplice lineare e alla ricerca di una purezza che a volte diventa didascalica, ma tiene il ritmo e coinvolge il lettore senza annoiarlo mai. Lo spunto narrativo, la protagonista Sabina incinta litiga con il fidanzato e per la rabbia si rifugia a Villa Pamphili a Roma dove rimane improvvisamente cieca, non è particolarmente originale, ma è bello pensarlo come omaggio ad un maestro della letteratura portoghese e mondiale. I personaggi che hanno attraversato la vita di Sabina non sono ben definiti, ma tutti ci appaiono sinceramente descritti, non filtrati e in fondo li avremmo voluti anche noi come amici e familiari. Il vero valore aggiunto di questo romanzo è il cammino a ritroso a cui è costretta dalla cecità Sabina. Un ritorno alla natura animalesca dell’essere umano come camminare a quattro zampe, cercare rifugio sugli alberi, proteggere la prole, il bere quel che è disponibile, la paura degli altri animali. Sabina non emerge come un “buon selvaggio” di rousseauiana memoria, ma ci mostra che gli istinti primordiali sono solo nascosti nelle sovrastrutture della società moderna, dove a volte trovano un tragico e drammatico sfogo. La stessa protagonista è terrorizzata dalla violenza che possano farle due teppisti e reagisce con una violenza non filtrata dalle convenzioni sociali. Giacomo Lopez inizia con il piede giusto e lo attendiamo alla sua seconda opera, fiduciosi di aver trovato il seme di una nuova letteratura italiana che sappia traumatizzare ma non inorridire, pensare ma non angosciarsi.
Non resterà la notte
Roma, ventiquattro dicembre. Sabina, una ragazza di vent'anni come tante, è entrata nel parco più grande della città: vuole trovare un luogo dove sdraiarsi, da sola, sull'erba, distante dalle strade e dal loro rumore, dalle esplosioni dei bengala che arrivano ovunque, lontana dalla lite appena avuta con Stefano che per lavoro l'ha lasciata a casa da sola. È arrabbiata. Finalmente trova un angolo di prato dove chiudere gli occhi. Quando li riapre, precipita in un incubo: non vede più nulla. E diventata cieca, in una villa che ha un perimetro di quasi dieci chilometri e zone fitte di vegetazione che nelle sue condizioni si trasformano in una trappola. La città ignara, intorno a lei e alla villa, continua a celebrare la sua notte di festa. Ferita e terrorizzata, affronta un pericoloso cammino alla ricerca di un'uscita, di un ritorno alla città e alle persone dalle quali è appena fuggita, per salvarsi e per salvare la vita che da qualche mese porta in grembo.
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Anno edizione:2009
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Luigi Torino 15 luglio 2011
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