L'opera di S. Zweig può essere divisa in due fasi, una implementare all'altra: la prima, dove i risvolti della trama, quasi tiepida, sono proni alla mera descrizione di un personaggio piatto, quasi statico, e che fa del suo pragmatico e calcolato gioco degli scacchi il mero mezzo di sostentamento. La seconda parte, invece, illustra una sorta di antitesi: un illustre notabile che, mentre era stretto nella morsa della Gestapo durante la guerra, trovò piacere, fino all'assuefazione più assurda, proprio nel "gioco dei re", evidenziando un suo approccio totalmente differente e che trasuda anzi tutta l'ostilità rispetto a quello precedentemente descritto, ma che alla fine, come ogni passione che rifugia nell'uomo. rischia di torcere la sensibilità del suo ospite. Infatti, è nel gran finale, ossia la sfida tra i due personaggio che vorticano in questa novella, che si respirano i risultati di questi due approcci così avversi: il pacato e silenzioso scacchista, capace, per il suo pragmatismo, di discernere i sentimenti da quello che percepisce come quasi un lavoro, Il secondo invece che, alterato anche solo dalla mera presenza della tavola da scacchi, comprime sempre più la sua natura gentile al gioco, diventando selvaggio quasi come i personaggi bellicosi che rappresentano le pedine. Un finale, inoltre, che evidenzia il potere dell'apparenza e i suoi risvolti talora cinici: la massa, raccolta intorno la sfida, incapace di comprendere gli avvenimenti finali; solo il freddo calcolatore, poi, ha il coraggio di sentenziare apertamente i fatti, come prova di ciò che conta per davvero e solo alla società.
Novella degli scacchi
Stefan Zweig scrisse "Novella degli scacchi" nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi, insieme con la seconda moglie, nella città brasiliana di Petropolis, il 22 febbraio 1942. La notizia della sua morte fu soffocata da quelle provenienti dai fronti di guerra e così anche la sua ultima, disperata protesta, non fu che un flebile grido, quasi inudibile nel frastuono di quegli anni. Nella "Novella degli scacchi" lo stato d'animo di abbandono, di infinita stanchezza, di rinuncia alla lotta, è prefigurato nella sconfitta di colui che rappresenta la sensibilità, l'intelligenza, la cultura per opera di un semianalfabeta, ottuso uomo-robot. E, a rendere ancora più crudele la disfatta dello spirito, Zweig scelse come terreno dello scontro una scacchiera. Prefazione di Daniele Del Giudice.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:5
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Anno edizione:2021
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marcello 17 dicembre 2022Sfida degli opposti, ma non solo
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LakesMeadow 25 febbraio 2022
Curioso che nella prefazione a un suo racconto Zweig venga in sostanza considerato uno scrittore mediocre di letteratura "rosa spirituale"...
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Sophie 29 dicembre 2021
Bellissima novella sia per stile che contenuto! Zweig riesce a delineare perfettamente i protagonisti della vicenda, a farceli vedere quasi di fronte a noi, soffermandosi a volte anche su piccoli dettagli che nascondono significati più profondi, e raccontandocene la storia, che ha al suo centro proprio il gioco degli scacchi. Assolutamente da leggere!
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