L'occhio selvaggio - Paolo Cavara,Tonino Guerra,Alberto Moravia - copertina
L'occhio selvaggio - Paolo Cavara,Tonino Guerra,Alberto Moravia - copertina
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Letteratura: Italia
L'occhio selvaggio
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Descrizione


1965: non si è ancora spento lo scandalo del documentario "Mondo cane", quando uno dei suoi registi, Paolo Cavara, decide di riflettere su quell'esperienza controversa. Per mostrare il cinismo di un reporter che viaggia in luoghi esotici alla ricerca dell'orrido, con l'alibi di mostrare la realtà. E per denunciare il potere inquietante e pericoloso della macchina da presa. Ne esce un film, "L'occhio selvaggio" (1967), interpretato da Philippe Leroy e Delia Boccardo, alla cui sceneggiatura Cavara chiama a collaborare due grandi nomi della cultura italiana: di Tonino Guerra sono le invenzioni più surreali e le intuizioni più poetiche; ad Alberto Moravia, grande viaggiatore, si devono le riflessioni più spietate sul sadismo dell'incombente società dello spettacolo. A quasi cinquant'anni dall'uscita del film, questo volume offre per la prima volta ai lettori un documento finora dimenticato. In appendice, saggi, testimonianze inedite, e il trattamento originario scritto da Cavara con altri due maestri della scrittura per il cinema: Fabio Carpi e Ugo Pirro.

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Biblioteca di Babele
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Dettagli

Tascabile
8 ottobre 2014
320 p., Brossura
9788845278198

Conosci l'autore

Foto di Paolo Cavara

Paolo Cavara

 Paolo Cavara (1926 – 1982) nasce come documentarista, firmando insieme a Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi Mondo cane (1962) e La donna nel mondo (1963). L’occhio selvaggio (1967) è il suo primo film di fiction. In seguito dirige film bellici (La cattura), thriller (...E tanta paura), western (Los amigos), commedie (La locandiera), affrontando il cinema di genere con creatività e ironia.

Foto di Tonino Guerra

Tonino Guerra

1920, Santarcangelo di Romagna

Nei primi anni '50 si trasferisce a Roma dove prende avvio la sua folgorante carriera di sceneggiatore. Resta nella capitale fino al 1984 quando fa ritorno in Romagna. Dopo un breve periodo trascorso nella sua città natale sceglie come dimora Pennabilli, nel Montefeltro.Inizia a comporre versi in lingua romagnola durante la prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf in Germania, parte di quelle poesie in lingua romagnola vengono raccolte nel primo libro I scarabocc del 1946, a firma Antonio Guerra con la prefazione di Carlo Bo. Segue la raccolta I bu, con introduzione di Gianfranco Contini.Nella collana "I Gettoni" di Einaudi curata da Elio Vittorini, pubblica nel '52 il racconto La storia di Fortunato.Le sue prime sceneggiature nascono per i film Un ettaro di cielo, di Aglauco...

Foto di Alberto Moravia

Alberto Moravia

1907, Roma

Alberto Moravia esordì giovanissimo pubblicando, a sue spese, il primo romanzo, Gli indifferenti (1929). Penetrante e spietato ritratto della borghesia italiana agli inizi del fascismo, l’opera rivelò immediatamente, nella incisività di una prosa secca e analitica, la maturità di uno scrittore capace fin da allora di far tesoro delle diverse lezioni dei grandi modelli europei, dalla oggettività di De Foe alla problematicità dei romanzieri russi (specie Dostoevskij), al realismo tipologico dei francesi dell’Ottocento. Il romanzo, accolto con ostilità dalla cultura fascista che ne proibì la diffusione, fu salutato con entusiasmo solo da pochi critici accorti (Borgese, Pancrazi, Solmi).M. cominciò poi a collaborare a riviste...

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