Nel XIII secolo in Spagna, 700 anni prima della coniazione dell'espressione world music, Alfonso X re di Castiglia e Lione aveva dato vita a qualcosa di molto simile alla musica etnica. Il sovrano radunò nella sua sfarzosa corte, poeti, musicisti e scienzianti, provenienti da tutta la penisola iberica: cristiani, ebrei e musulmani lavorarono fianco a fianco creando un'opera gigantesca contenente trattati scientifici ed astronomici, traduzioni di poemi epici, antichi scritti indiani ed alcune sofisticate miscele di musica europea e mediorientale. L'opera più grande era l'enorme collezione di canzoni dedicate alla Vergine Maria oggi chiamata "Cantigas de Santa Maria". "Of Numbers and Miracles - Selected Cantigas de Santa Maria" interpretato magistralmente dall'ensemble australiano dei Renaissance Players, è una colorata introduzione ai cantigas, un assaggio di un lavoro ben più ampio. Alfonso ed i suoi collaboratori produssero quattro volumi di musica, poesia e storia che vanno sotto il nome di Cantigas de Santa Maria; tre dei manoscritti sono incompleti, ma il quarto, usato dall'ensemble, contiene ben 427 canzoni. Oltre a strumenti medievali come viella (una sorta di liuto), chiarina ed arpa, l'ensemble include anche bouzouki greco e diwan saz turco (due tipi di liuto), tapan (tamburo) e una lunga serie di elaborate tecniche vocali. Questa massiccia collezione di canti, con le sue varie radici culturali, la ricca strumentazione multietnica e la curiosa miscela di sentimenti spirituali e terreni, aveva già dato forma alla world music, nata formalmente solo negli ultimi anni del XX secolo, grazie al crescente interesse per il multiculturalismo dell'illuminato re Alfonso X.
Leggi di più
Leggi di meno