Olimpiche - Pindaro - copertina
Olimpiche - Pindaro - 2
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Letteratura: Grecia
Olimpiche
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Descrizione


Dei quattro libri di Epinici – i canti per gli atleti vincitori – che è tutto quello che sopravvive dell'opera di Pindaro, il primo raccoglie le Olimpiche, le odi scritte per il più antico e prestigioso dei giochi panellenici. Sono componimenti dalla struttura piuttosto uniforme: alle notizie sul vincitore e sulla sua famiglia seguono una rievocazione mitologica e una serie di sentenze che esprimono le convinzioni personali del poeta. Profeta di una concezione religiosa e solenne della lirica, nelle Olimpiche Pindaro è allo stesso tempo il cantore che celebra l'agone, immortalando l'eccellenza atletica e la fama delle belle imprese, e il saggio che esalta gli ideali aristocratici, fondati sulle antiche virtù eroiche. Le qualità individuali – la bellezza, la prestanza fisica, la ricchezza e la fama – sono innate e concesse dagli dei, ma sono vane se non interviene il poeta a celebrarle e divulgarle con la sua arte. Considerato dagli antichi inimitabile nello stile, ricco di allusioni e metafore, Pindaro fu particolarmente apprezzato dai poeti dell'Ottocento, dal Goethe degli inni giovanili al Foscolo dei Sepolcri, dal Leopardi dei canti civili a Hölderlin, che ne tradusse tutte le Pitiche e parte delle Olimpiche. 

Dettagli

Tascabile
28 febbraio 2025
304 p., Brossura
9788811015826

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Foto di Pindaro

Pindaro

(Cinocefale, Tebe, 518 - Argo 438 a.C.) poeta greco. Nacque da nobile famiglia. Dopo un periodo passato a Tebe si trasferì ad Atene, dove ebbe come maestri Apollodoro, Agatocle e Laso d’Ermione. Del 498 è il primo componimento datato, la X Pitica per Ippocle di Tessaglia. Durante le guerre persiane mantenne un atteggiamento distaccato, quasi indifferente, ma più tardi cantò Atene come «baluardo della Grecia». Fu in Sicilia alla corte di Gerone di Siracusa insieme a Bacchilide (con il quale, nel 476, celebrò la vittoria olimpica di Gerone). Scarse sono le notizie sugli anni successivi: l’unica data sicura è il 446 (VIII Pitica per un atleta di Egina). Si tramanda che Alessandro Magno, quando nel 336 distrusse Tebe, volle risparmiata la sua casa.P. trattò tutte le forme della lirica corale:...

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