Orazioni XVI-XXXIV. Frammenti. Testo greco a fronte - Lisia - copertina
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Letteratura: Grecia
Orazioni XVI-XXXIV. Frammenti. Testo greco a fronte
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Descrizione


Nell'antica Atene, i processi non richiedevano giudici e avvocati professionisti. L'accusatore e l'accusato si confrontavano direttamente di fronte a una giuria popolare, il cui giudizio era dettato più dall'umore del momento che dagli articoli della legge. Chi non era in grado di pronunciare discorsi poteva rivolgersi ai cosiddetti logografi, professionisti della parola che scrivevano discorsi giudiziari dietro compenso. Lisia, che passò la giovinezza nell'ambiente di Socrate, fu senza dubbio il migliore tra i logografi del suo tempo. Nei suoi discorsi rivive la commedia umana degli ateniesi: risse, tradimenti, prepotenze, confische di beni. Enrico Medda, cui si devono anche l'introduzione e l'ampio apparato di note, ha raccolto in questo volume le ultime diciannove orazioni pervenuteci e tutti i frammenti.

Dettagli

Tascabile
11 gennaio 1995
586 p.
9788817170055

Valutazioni e recensioni

  • DANIELLA AMBROSINO

    I discorsi che Lisia, avvocato nell'Atene del iv secolo, scrisse per i suoi clienti chiamati a difendersi o sostenitori dell'accusa nei tribunali ateniesi, sono poco conosciuti anche da chi ha studiato al Liceo classico, ma meritano di essere letti non meno che le tragedie più celebri e le commedie di Aristofane. Scritti in una lingua agile e limpida, ci restituiscono in presa diretta un insostituibile spaccato di vita quotidiana e di politica dell'antica Atene nel passaggio tra il quinto e il quarto secolo. Un periodo tormentato tra la fine della guerra del Peloponneso, la dittatura dei Trenta, la guerra civile e il ritorno alla democrazia, dal punto di vista di un ateniese d'adozione, che aveva combattuto per la cacciata dei Trenta tiranni, e che si immedesima nelle storie personali dei suoi contemporanei.

  • Francesco Plebani

    Ho aspettato molto più tempo del previsto, ma ho ricevuto la nuova versione 'large': ne è valsa la pena!

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Foto di Lisia

Lisia

(Atene 445 ca - 365 ca a.C.) oratore greco. Figlio di Cefalo, il ricco fabbricante di scudi nella cui casa Platone ambienta il dialogo La Repubblica, dopo la morte del padre si stabilì nella colonia di Turi; nel 413, in seguito alla catastrofe ateniese in Sicilia, ne fu espulso e tornò ad Atene dove si dedicò all’insegnamento e all’esercizio della retorica. La feroce oligarchia dei trenta tiranni, che uccisero suo fratello Polemarco, lo costrinse all’esilio a Megara, da dove L. appoggiò la restaurazione democratica di Trasibulo. Quando poté ritornare ad Atene, L. si dedicò all’attività di logografo (cioè di oratore giudiziario su commissione) e divenne il più famoso avvocato del suo tempo, pur rimanendo (poiché il padre era siracusano) nella condizione di meteco, cioè di straniero autorizzato...

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