L'ordine del tempo

È il primo libro di C. Rovelli che leggo e posso solo dire di essere rimasta estremamente affascinata: perfetto in ogni aspetto. Il libro è un continuo mettere in dubbio le certezze e le convinzioni umane, affrontando domande talvolta esistenziali: Cos'è davvero il tempo? C'è differenza tra passato e futuro? Questi esistono davvero? E sono solo alcuni dei quesiti a partire dai quali Rovelli sviluppa spiegazioni e analisi, con un perfetto intrecciarsi di fisica e filosofia, che aprono a nuovi punti di vista e occasioni di riflessione. Il tutto avviene tramite uno stile accessibile anche a chi di fisica - proprio come me - sa ben poco, ma è intrigato dalla materia e vuole imparare a conoscerla. Con un linguaggio che media perfettamente tra l'essere troppo semplice o troppo tecnico, infatti, l'autore riesce a coinvolgere lettori di ogni livello di esperienza. Un libro che lascia un segno indelebile e tanti nuovi pensieri da sviluppare e maturare... "nel tempo".

Con un linguaggio limpido e coinvolgente, Carlo Rovelli affronta uno dei temi più affascinanti della scienza: il tempo. Un mistero che scandisce ogni istante della nostra vita eppure, proprio per la sua onnipresenza, continua a sfuggirci. In L’ordine del tempo, Rovelli ci conduce in un viaggio attraverso le grandi rivoluzioni della fisica, da Newton ad Einstein, fino alle più recenti teorie della gravità quantistica, per mostrarci come la nostra idea di tempo sia viziata dal nostro idealizzarlo. Basti solo pensare che il presente, che percepiamo come unico punto fermo, svanisce nelle equazioni fondamentali; anche la distinzione tra passato e futuro si dissolve. L’autore adotta un linguaggio chiaro sia nelle parti di natura scientifica/fisica, sia nelle parti più filosofiche e astratte, rendendo il tutto intrigante quanto accessibile. Rovelli ci apre le porte del laboratorio teorico con cui la fisica contemporanea sta riscrivendo il nostro modo di percepire la realtà, restituendo al tempo tutta la sua meravigliosa, inquietante complessità.

Ho sempre pensato che chi facesse della fisica argomento principale del proprio studio e della propria ricerca avesse un non so che di folle. Ne ho avuto la conferma. Cercare di comprendere uno dei misteri dell'universo (tempo), la percezione che abbiamo di esso e provare a dare una risposta è un nobile atto di coraggio. Revelli ci è riuscito, a prescindore da quanto io possa condividere o capire del suo pensiero. È arrivato alla conclusione che il tempo non esiste, tutto è dato dalla nostra visione miope dell’universo, tutto è il frutto di interazioni quantistiche, tutto nasce dal fatto che noi ignoriamo i singoli stati microscopici delle porzioni di mondo con cui entriamo in relazione. La parte che ho apprezzato di più è stata l'ultima, il cercare di collocarci all'interno di un qualcosa che forse non capiremo mai, e alla fine va anche bene così.