L'ordine senza piano. Le ragioni dell'individualismo metodologico - Lorenzo Infantino - copertina
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L'ordine senza piano. Le ragioni dell'individualismo metodologico
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Descrizione


"L’ordine senza piano" è apparso in prima edizione trent’anni fa. È stato subito tradotto in inglese e spagnolo, ricevendo vari apprezzamenti sul piano internazionale. Pone in stato nascente le scienze sociali; e mostra che tutto ciò che non è direttamente imputabile alla volontà umana non è attribuibile all’intervento di forze misteriose. Accade infatti che, co-adattandosi, le azioni umane producano, oltre agli esiti intenzionali, esiti inintenzionali. Nessuno ha il controllo di tutte le conseguenze prodotte dal proprio agire; e queste possono essere di carattere positivo e di carattere negativo. Ciascuno cerca di trarre vantaggio dalle prime e di eliminare le altre. I punti di mediazione che consentono il co-adattamento delle azioni sono essi stessi esiti non programmati; e danno vita a norme sociali e a costellazioni di norme. Istituzioni come il linguaggio, la famiglia, il diritto, la moneta sono il prodotto del l’azione umana. Non c’è stato però dietro di esse un disegno finalizzato alla loro creazione. Sono state la generalizzata accettazione di esiti inintenzionali di carattere positivo. Il che mostra quanto ingannevole sia la credenza che presenta l’ordine sociale come il prodotto dell’intervento di forze di impossibile decifrazione. L’approccio seguito dall’autore è noto sotto la denominazione di «individualismo metodologico». Esso parte dall’azione dei singoli e ricostruisce in tal modo la trama sociale. Non è da confondersi, come spesso avviene, con lo «psicologismo», quella tradizione di ricerca che vede in tutto ciò che è sociale un’esclusiva proiezione delle intenzioni umane. E si oppone al «collettivismo metodologico», quell’indirizzo di studi che, incapace di riconoscere i limiti imposti dalla nostra condizione di ignoranza e fallibilità, si affida alla volontà di un grande e onnisciente legislatore, a cui ogni decisione debba essere demandata.

Dettagli

17 febbraio 2025
328 p., Brossura
9788849882247

Valutazioni e recensioni

  • Giorgio
    L'ordine inintenzionale

    Pubblicato per la prima volta nel 1995, questo saggio di epistemologia delle scienze sociali intende mettere a confronto la frattura tra economia politica e sociologia a partire da questo assunto: l’economia politica pensa a una società frutto di un ordine inintenzionale, ritiene che l’azione umana, per quanto razionale, abbia anche conseguenze involontarie; la sociologia adotta un punto di vista privilegiato sul mondo, ritiene la società un ordine intenzionale e l’azione umana razionale nella sua essenza, anche quando questa razionalità dipende dal contesto e non dall’agire stesso (esempio classico: la speculazione finanziaria). Padri dell’ordine inintenzionale sono Bernard de Mandeville, Adam Smith e, più defilato, David Hume. A loro è dedicato il primo capitolo. Nel secondo capitolo, Infantino illustra l’individualismo metodologico, la sua forza nella lettura della costruzione sociale, sottolineando come questo non sia uno psicologismo. Vengono infine presentati i due campioni del metodo opposto, quello collettivistico: Comte e Marx. Alcuni capitoli sono dedicati agli scritti di importanti sociologi: Durkheim (cap. 4 e 5) e Parsons (cap. 7). Il cap. 6 confronta le posizioni di Menger e quelle di Simmel e le posizioni di von Mises con quelle di Weber. Infantino nota molte convergenze tra Menger e Simmel, mentre delinea convergenze e divergenze tra von Mises e Weber. Il volume ha inteso fare luce sulle linee di pensiero dell’ordine inintenzionale. E’ un volume da studio, utile comunque a tutti coloro che vogliono approfondire i meccanismi basilari dello scambio. Per andare avanti nelle letture, consiglio di passare ad Hayek e Popper.

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