Orgy of the Damned

Slash e i suoi amici hanno veramente dato il meglio. Ottima scelta di canzoni blues e interpretazione da non perdere. Alcune perle con gli ospiti sono veramente da sentire.

Nuovo disco solista di Slash, che messi da parte per il momento Myles Kennedy ed i Conspirators si cimenta in un disco di cover blues, che riprende un po' lo stile del suo primo disco da solista del 2010 (diversi ospiti, con un cantante differente per ogni brano). I brani provengono da diverse scene e periodi, si va dal blues dei primordi fino agli anni '70, con un paio di incursioni in territori più soul o funky, oltre ad un inedito (strumentale) dello stesso Slash. Per quanto riguarda gli ospiti, a mostri sacri come Paul Rodgers, Billy Gibbons, Iggy Pop o Brian Johnson, si affiancano nomi più recenti ma ormai in giro da qualche decennio (Chris Robinson, la stessa Beth Hart) o altri più inaspettati (Demi Lovato). Tutti i nomi coinvolti contribuiscono comunque ad un disco riuscito, che scorre bene dall'inizio alla fine, il cui unico limite è quello di essere costituito da cover di brani spesso piuttosto inflazionati (ad es. "Hoochie Coochie Man").

Slash ha tirato fuori il meglio di se. Ha chiamato a raccolta amici e grandissimi musicisti per realizzare uno degli album rock-blues che resterà tra i più belli di sempre. Dai brani che compongono il disco si percepisce l'amore per ogni singola canzone, per il blues al quale il chitarrista dei Guns N' Roses ha pagato il suo tributo. Non sembra di ascoltare un cd ma di essere li, dal vivo, a ballare e a sentire le note che Slash e la sua band suonano con i loro strumenti. Imperdibile!