Nel 1941 Junger, ufficiale tedesco a Parigi, scrittore già famoso e gradito al regime, venne a conoscenza delle ingiustificabili atrocità che il suo paese stava commettendo in tutta Europa. La sua reazione prese forma in questo libretto, concepito come un appello alla riconciliazione e alla pace, con un'implicita sconfessione del nazismo. Il testo fu diffuso clandestinamente e divenne un vero e proprio breviario per quei militari che decisero poi di abbandonare l'avventura hitleriana e diedero vita al fallito attentato al Fuhrer.
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Guanda (Testi e documenti della Fenice); 1993; 9788877465207 ; Copertina flessibile con risvolti; 20 x 12 cm; pp. 76; Traduzione di A. Apa ; Nel 1941, un anno in cui le sorti della guerra sembravano ancora favorevoli alla Germania, Ernst Jünger concepi l'idea di un breve saggio su un tema molto inattuale. Lo scrittore cercava infatti di gettare lo sguardo al di là delle rovine, materiali e morali, che andavano accumulandosi in tutto il continente, e di disegnare i contorni di un'Europa finalmente pacificata. Questo testo, circolato in duplicati a partire dal 1944 (e pubblicato nel 1945) non poteva non assumere un valore speciale per quanti, in Germania, sentivano la necessità di giungere a una pace che fosse anche liquidazione del regime, e rigenerazione delle coscienze; ma la sua portata andava oltre. Scritto nel momento in cui «fronti vermigli» saldavano il globo «con cuciture incandescenti», il saggio si presenta come un vero e proprio trattato sulla pace, come un discorso sulle condizioni che la pace pone agli uomini, ai popoli che hanno combattuto perché possa essere autentica, duratura. Certo non mancano le immagini corrusche del presente - e soprattutto, nitide e terribili, le visioni delle camere di tortura, delle esecuzioni di massa, del genocidio (quante volte ricorrono, esplicite, le parole "carnaio", "mattatoio"...); ma gli occhi impavidi dello scrittore tentano di cogliere una prospettiva più ampia. «La pace», dice Jünger in un passo significativo, «non può essere violenta». Una frase che potrebbe suonare come un'invocazione rivolta a coloro che vinceranno, che stanno per vincere, se a pronunciarla non fosse Jünger, e se Jünger non volesse darle in realtà un valore più generale, un significato insieme più radicale e più pacato...; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
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