Palazzokimbo - Piera Ventre - ebook
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Palazzokimbo
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Descrizione


Nella prima metà degli anni Settanta, Stella, detta a scuola stelladamore, col nome attaccato al cognome, ha un palazzo intero per madre. A Napoli, tutti lo chiamano Palazzokimbo per via dell’enorme insegna pubblicitaria che campeggia sul tetto. Chili e chili di ringhiere, porte blindate, chiavistelli… un clangore di ferro risuona per i suoi otto piani, fino alla cima, una distesa asfaltata e ricoperta di antenne, da cui si scorge tutta la città, compresa la striscia di mare dove si erge la Saint-Gobain, la vetreria proprietaria degli appartamenti in cui vive il personale della fabbrica. Settanta famiglie di operai, come il papà di Stella, e impiegati ed elettricisti che hanno a che fare con silice, ossidi, nitrati e amianto, e rientrano a casa coi vestiti che sopra i baveri sembra vi sia uno spolvero di talco. All’ottavo piano abita la famiglia D’Amore. Ci sono i genitori, zia Marina, la sorella signorina di papà, i nonni paterni, Stella e sua sorella Angela. C’è pure un gatto, battezzato Otto, per un semplice calcolo d’aggiunta. Tanti D’Amore, e ciascuno con un passo e una voce, un modo di sbattere le porte, di strascicare i piedi, di richiudere sportelli, di calibrare il volume della televisione. Quattro piani sotto vive la signora Zazzà, che calza sempre le pantofole, indossa una quantità di stracci variopinti e cela un segreto che nessuno conosce. Quando non si aggira per Palazzokimbo, Stella trascorre il tempo incantato della sua infanzia con Consiglia, l’amica del cuore coi capelli rossi che le sfiammano lampi sulle spalle, le guance accese e la lingua velenosa. Nel ventre di Palazzokimbo penetrano, però, anche i fatti di fuori, gli eventi terribili della fine degli anni Settanta: la deindustrializzazione, il rapimento Moro, la strage di Bologna… L’esistenza dignitosa della brulicante umanità di Palazzokimbo appare allora soltanto come una fugace parentesi, e l’infanzia incantata di Stella come un breve preludio alla consapevolezza dei guasti della vita che l’età adulta dona. Finalista al Premio Neri Pozza 2015, Palazzokimbo svela il talento di una scrittrice capace di dare nuova linfa al romanzo di formazione e di restituirci con brio e impeccabile scrittura l’atmosfera dell’Italia degli anni Settanta. Romanzo finalista al Premio Neri Pozza 2015. «Un romanzo ben costruito. Una forma curata e sicura. La protagonista resta il centro dell'universo narrativo ed esistenziale rappresentato con perizia dentro Palazzokimbo». Mirella Armiero, Corriere del Mezzogiorno - Campania «Domina nel romanzo di formazione della Ventre la fisicità strabordante di ogni elemento, che però ha una scintilla incantatoria agli occhi della bambina, che tutto tramutano in occasione per affrontare e conoscere il mondo». Pier Luigi Razzano, la Repubblica Napoli «Lo sguardo di una bambina su una metropoli tra voci e sortilegi». Fabrizio Coscia, il Mattino «Napoli insegna la cultura della condivisione che oggi in Italia non esiste più». Vittorio Zincone, Sette «Un romanzo dalla forte potenza narrativa... Un libro che coinvolge, perché chi scrive ha il vero dono di raccontare una storia». Romana Petri «Una scrittura molto bella, sapiente, affascinante, sicura». Sandra Petrignani

Dettagli

Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
320 p.
Reflowable
9788854514447

Valutazioni e recensioni

  • Paola61
    Il palazzo a pochi metri da casa mia

    Un libro letto da me due anni fa, lo voglio segnalare,perché ,forse è il libro che io avrei sempre voluto scrivere, ma non l'ho mai fatto: Palazzokimbo, parla della mia realtà , la mia adolescenza , descritta in maniera magistrale da questa autrice Piera Ventre.Palazzokimbo era l'enorme insegna che sovrastava un palazzo alla periferia di Napoli est(San Giovanni a Teduccio), non posso dimenticarla, di solito ,appena la vedevo, sapevo di essere ormai vicino casa, ma non potevo,mai immaginare, che all'interno di quel palazzo abitavano più di settanta famiglie di operai, impiegati ed elettricisti,che lavoravano ogni giorno a contatto con silice, amianto e nitrati.Non voglio dire altro...io ,personalmente , l'ho divorato e nel leggerlo sono ritornata indietro di 40 anni!!!!

  • Nella prima metà degli anni Settanta, Stella, detta a scuola stelladamore, col nome attaccato al cognome, ha un palazzo intero per madre. A Napoli, tutti lo chiamano Palazzokimbo per via dell’enorme insegna pubblicitaria che campeggia sul tetto. Chili e chili di ringhiere, porte blindate, chiavistelli… un clangore di ferro risuona per i suoi otto piani, fino alla cima, una distesa asfaltata e ricoperta di antenne, da cui si scorge tutta la città, compresa la striscia di mare dove si erge la Saint-Gobain, la vetreria proprietaria degli appartamenti in cui vive il personale della fabbrica. Settanta famiglie di operai, come il papà di Stella, e impiegati ed elettricisti che hanno a che fare con silice, ossidi, nitrati e amianto, e rientrano a casa coi vestiti che sopra i baveri sembra vi sia uno spolvero di talco. All’ottavo piano abita la famiglia D’Amore. Ci sono i genitori, zia Marina, la sorella signorina di papà, i nonni paterni, Stella e sua sorella Angela. C’è pure un gatto, battezzato Otto, per un semplice calcolo d’aggiunta. Tanti D’Amore, e ciascuno con un passo e una voce, un modo di sbattere le porte, di strascicare i piedi, di richiudere sportelli, di calibrare il volume della televisione. Quattro piani sotto vive la signora Zazzà, che calza sempre le pantofole, indossa una quantità di stracci variopinti e cela un segreto che nessuno conosce. Quando non si aggira per Palazzokimbo, Stella trascorre il tempo incantato della sua infanzia con Consiglia, l’amica del cuore coi capelli rossi che le sfiammano lampi sulle spalle, le guance accese e la lingua velenosa. Nel ventre di Palazzokimbo penetrano, però, anche i fatti di fuori, gli eventi terribili della fine degli anni Settanta: la deindustrializzazione, il rapimento Moro, la strage di Bologna… «Tutti si facevano i fatti di tutti, le proprie disgrazie non erano bastanti, ci voleva un supplemento di supplizio. Ci voleva il peggio agli altri per avere l'illusione di una specie di salvezza. Perché gli occhi guardavano solo il brutto, vedevano solo il male anche quando pareva non ci fosse, ed era così che il male succedeva. Delle cose belle, agli occhi, non importava nulla. Di fronte alla bellezza si stringevano, la pensavano un accidente transitorio di cui diffidare, un imbroglio». Sì, in Palazzokimbo regnano le tradizioni, regna la scongiura, regna la credenza per il malocchio, si sente e si vive per piccoli riti e gesti quotidiani, ognuno con il proprio universo di senso, in una Napoli spettrale e brulicante, viva ma anche da cui starsene nella giusta distanza. Si entra e fa compagnia per tutta la lettura la famiglia D’amore, che vive in un palazzone e in una casa sovraffollata, con Stella – la protagonista –, la sorella Angela, i nonni paterni, la zia Marina, e Otto un gatto maldestro. Palazzokimbo per Stella è una moltitudine di storie, di facce, di persone, di scale, di realtà che si incrociano quasi per sbaglio. In Palazzokimbo convivono diverse esistenze, ma tutta accomunate dallo stesso spirito di vivere la vita, quello proprio di Napoli, quello che è implicitamente iscritto nel loro dna. In questo palazzone si convive come fosse una comunità: con frasi, credenze, gesti, abitudini, ognuna diversa. Scene familiari che si rincorrono in Palazzokimbo e piccoli gesti familiari come il nonno che insegna alla nipote a cucina la frittata alla mozzarella, o la zia Marina rinchiusa nella sua stanza dei sogni con i libri di Liala, o gli occhi di questa bambina – Stella – che immagina altri mondi, altre realtà al di fuori della proprio. Consigliato per chi ama Napoli e le storie familiari.

  • Agnese Casolaro

    Uno spaccato quanto mai reale da un punto di vista in costante evoluzione nel tempo. Chi conosce Napoli, riconoscerà i vicoli, gli odori ed i colori di una grande città fatta di contraddizioni e insicurezze, ma anche di grande forza e determinazione. Una grande città vista con gli occhi di una bambina che crescerà con essa cercando il suo posto ed il suo ruolo in un mondo spesso incomprensibile.

Conosci l'autore

Foto di Piera Ventre

Piera Ventre

1967, Napoli

Nata a Napoli nel 1967, Piera Ventre è laureata in Logopedia presso l’Università degli studi di Pisa ed è specializzata come Assistente alla comunicazione. Socia ordinaria e Consigliera dell’Associazione di promozione sociale Comunico, collabora con le scuole di Livorno, città in cui vive dal 1987. Ha pubblicato testi brevi in raccolte antologiche e siti letterari. Nel 2011 la raccolta di racconti Alisei (Edizioni Erasmo) ha avuto una segnalazione della giuria al Premio Renato Fucini. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Come il primo bene (Edizioni Erasmo, 2012), Palazzokimbo (Neri Pozza, 2016) e Sette opere di misericordia (Neri Pozza, 2020)

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