Pamela

Avrà anche fatto scalpore ai suoi tempi, ma ad oggi è una lettura del tutto anacronistica e che oserei definire inutile. Il ritmo è lentissimo, il tema è pesantissimo e la protagonista è vista alla luce di una fastidiosa visione puritana. Questo libro mi ha tolto ore di vita che avrei potuto spendere in modo migliore.

Non bisogna pretendere troppo da questo romanzo considerando il contesto in cui venne scritto: gli albori del genere, un pubblico pudico e opportunista. Pamela narra le disavventure di una servetta insediata dal padrone attraverso le lettere scritte ai genitori preoccupati che la loro figlia non perda la sua virtù. Dal testo emerge tutta l'ipocrisia del tempo, come la donna non fosse altro che merce di scambio.

Nonostante questo libro sia un classico e un capolavoro, come viene definito dal mio libro di letteratura inglese, non mi è piaciuto. Sia per la protagonista, tutta pianti e svenimenti, sia per la forma che che l'autore ha scelto per raccontare la sua storia: un diario o delle lettere NON possono essere così descrittive e puntigliose! e Pamela dove trova il tempo per dedicarsi alla scrittura, considerato anche che è una serva? La novità sta nel tema trattato, credo, che a suo tempo dovette fare molto scalpore. Ma ne sono rimasta abbastanza delusa in ogni caso.