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Nella presentazione del libro c'è scritto che il romanzo ha ad oggetto un realtà inventata dallo scrittore, ma, in realtà di inventato c'è poco o nulla: forse solamente il nome dei protagonisti della vicenda, il resto è qualcosa di autentico, riscontrabile empiricamente. Saviano, con questo romanzo, racconta, ancora una volta, una realtà drammatica in cui ci si trova a vivere per caso, per il solo fatto di essere nati in un determinato luogo, da cui è quasi impossibile fuggire o sfuggire; anche perché, anche se non si fa parte del Sistema, si è comunque succubi o vincolati dalle "regole della paranza". La metafora della paranza (termine usato per la prima volta da un magistrato) usata da Saviano è incredibilmente adatta a spiegare il contesto. Il romanzo è avvincente e la lettura è scorrevole! Mi è piaciuto molto l'utilizzo del dialetto, dopo le prime 10 pagine già si inizia a leggere con accento napoletano, a leggere le parole come le avrebbero pronunciate i bambini di paranza, e questo rende ancor più autentica la realtà descritta dall'autore.
Sono bambini. Hanno l'età dei nostri figli, nipoti, cuginetti. Anziché andare a scuola, desiderare imparare, loro non hanno tempo da perdere. Vogliono vivere subito, in fretta, in modo feroce e aggressivo. Vogliono vivere e vogliono morire subito. "La paranza dei bambini" è un libro-specchio: leggendo le sue pagine è come se ci trovassimo davanti una realtà troppo spesso trascurata, dove oltre alla mafia canonica che noi conosciamo osserviamo un mondo fatto di fanciulli che già hanno le idee troppo chiare; ed è un libro specchio anche perché noi stessi possiamo specchiarci tra le sue righe, con le nostre indifferenze e i nostri egoismi. Un libro imprescindibile, che ci costringe ad aprire gli occhi su ciò che non vorremmo mai vedere né sentire.
Il protagonista della storia, Nicolas ‘o Maraja, vuole diventare un capo di paranza, vuole creare una paranza con i suoi amici più fidati. Ma una paranza non la puoi fondare senza fare alcun morto, non la puoi fondare senza delle armi e non la puoi fondare se non ti guadagni le piazze di spaccio. Vengono più volte fatti riferimenti a ‘il principe’ di Machiavelli, perché Nicolas trova ispirazione proprio da quest’opera. È una storia di violenza, ispirata a fatti reali ed orribili.
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