Pene d'amor perdute. Testo inglese a fronte
Alla corte di Navarra, il re Ferdinando e tre suoi gentiluomini hanno fatto voto di dedicarsi per qualche tempo solo allo studio. L'arrivo della principessa di Francia col suo seguito rivela quanto la promessa sia effimera: a suon di missive segrete, mascherate, schermaglie verbali e goffi corteggiamenti l'amore fa breccia nel cuore di damigelle e cavalieri. L'improvvisa partenza delle fanciulle interrompe bruscamente l'idillio: il lieto fine è rimandato, gli affanni d'amore sono stati per il momento vani e solo l'attesa fedele saprà riscattarli. Raffinata commedia cortese, Pene d'amor perdute (1594) rappresenta il potere e l'ambiguità del linguaggio, strumento truffaldino quanto inconsapevole di inganno e autoinganno, la cui fascinazione retorica eccede, e talvolta stravolge, lo scopo comunicativo. Ma la satira del parlare barocco, fatuo e affettato, è condotta per mezzo dello stesso linguaggio messo sotto accusa: la più letteraria delle commedie di Shakespeare è anche una briosa festa della parola traboccante di bisticci, doppi sensi, allusioni incrociate, un omaggio divertito all'arte della conversazione arguta e galante. Introduzione, prefazione, traduzione e note di Nemi D'Agostino. Con testo a fronte.
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Edizione:8
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Anno edizione:2006
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