Mi scuso se utilizzo qui un linguaggio non certo aderenziale e desemplicizzato, ma il libro fa veramente cagare. La rencensione scritta da Ettore è già ampiamente esplicita su questo saggio che obbliga continuamente il lettore a cercare il bandolo della matassa manco fosse Teseo nel labirinto costruito da Dedalo. Dire che il testo introduce dettagliatamente la tregua poi è un eufemismo, poichè sembra un trattato della grande guerra dove, di tanto in tanto, lo scrittore torna sulla tregua ma questa non appare come tema precipuo del libro (cosa che ci si aspetterebbe dato il titolo) bensì un argomento messo a corollario di tanti altri avvenuti sul fronte occidentale. Insomma sconsiglio vivamente questa lettura.
La piccola pace nella grande guerra. Fronte occidentale 1914: un Natale senza armi
Un lampo di umanità tra gli orrori del primo conflitto mondiale. Sono passati sei mesi dall'inizio delle ostilità, le truppe tedesche e quelle alleate si fronteggiano in una estenuante guerra di posizione, sotto i colpi del fuoco nemico, della fame, del freddo e della paura. Ma all'improvviso, alla vigilia di Natale, in un luogo imprecisato delle Fiandre, dalle trincee tedesche si levano canti natalizi e cartelli con la scritta "We not shoot, you not shoot". Superata la diffidenza iniziale gli inglesi rispondono con i loro canti e i due schieramenti concordano una tregua di tre giorni ribellandosi agli ordini. Materiali d'archivio, diari, fotografie, lettere hanno consentito a Michael Jùrgs di raccontare questo piccolo e grande miracolo dimenticato dalla Storia.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2010
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Diego Fabbri 14 marzo 2017
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ETTORE BOTTEGA 22 luglio 2011
Pessimo libro su un bellissimo argomento. L'esposizione degli argomenti è totalmente disordinata: non sono riuscito ad individuare il filo conduttore che dovrebbe condurre il lettore attraverso la pletora di racconti, citazioni, fantasie affastellate dall'autore. L'autore usa uno stile apparentemente discorsivo che però risulta del tutto inconcludente: nei vari capitoli l'introduzione è un anticipo 'a sorpresa' di quello che dovrebbe essere spigato nel seguito; peccato che, di anticipo in anticipo, il lettore si ritrovi alla fine costretto a riordinare da solo le informazioni buttate là dall'autore. Ne ho terminato la lettura solo perché i fatti di cui si narra riguardano un episodio molto trascurato (e a mio parere molto importante) della Prima Guerra Mondiale.
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