Pier Paolo Pasolini raccontato ai ragazzi - Fulvio Abbate - copertina
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Letteratura: Italia
Pier Paolo Pasolini raccontato ai ragazzi
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Descrizione


Cosa direbbe Pier Paolo Pasolini dell'Italia di oggi? Cosa resta del più illuminato intellettuale italiano del Novecento? "Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio", dirà proprio Pasolini a Walter Veltroni e ad altri "ragazzi" comunisti durante un dibattito sulla terrazza romana del Pincio, pochi giorni prima di morire. In prospettiva, non sembra che Veltroni abbia dato retta allo scrittore, e infatti la "sua" sinistra è morta fra luoghi comuni e conformismo, come si legge in questo libro, un racconto in presa diretta della storia di un intellettuale il cui pensiero è ancora fondamentale per capire il nostro presente. Un "principe del politicamente scorretto", scrive Nichi Vendola nella sua prefazione, "capace di sdoganare ogni inquietudine, ogni dubbio". Eppure, col passare del tempo, la sua storia sembra sempre più coincidere con un banale "reality" criminale e ciò che circonda la sua morte è una sorta di Risiko sui misteri dell'Italia repubblicana. Cosa è successo veramente all'Idroscalo di Ostia quel 2 novembre del 1975? Fulvio Abbate tenta ora la scommessa di una alfabetizzazione storica e civile che coincide con una domanda retorica: ti immagini se Pier Paolo Pasolini vedesse dove siamo finiti?

Dettagli

6 settembre 2011
308 p., Brossura
9788866201090

Valutazioni e recensioni

  • DANIELA TESTA

    Il ricordo del rumore della marmitta di una Gilera 125, modello Arcore, fa da incipit a questo libro che, per brevi capitoli, racconta la vicenda umana, intellettuale e poetica di Pier Paolo Pasolini, l'ultimo "poeta civile" che l'Italia abbia avuto, l'uomo che, unico e solo, intuì il disastro culturale (nelle sue parole il "genocidio culturale")a cui il paese stava andando incontro, la "mutazione antropologica" che, in capo a pochi anni, avrebbe cambiato radicalmente la "faccia" dell'Italia e quella dei suoi cittadini. Il viaggio di Abbate è un tornare indietro alla ricerca di quell'Italia che Pasolini descrisse nei suoi romanzi, nelle sue poesie, nei suoi film, in ogni suo intervento e la conseguente amara constatazione della sua scomparsa. I luoghi che vengono ritrovati, Donna Olimpia (l'ex borgata romana di Donna Olimpia), il Forlanini, l'ex sanatorio, il Quarticciolo, diventato quartiere-dormitorio, quei luoghi che Pasolini scelse per ambientarvi i suoi capolavori, diventano emblematici di un cambiamento che li ha resi semplicemente quartieri periferici, assolutamente irriconoscibili a chi volesse oggi ritrovarvi le atmosfere descritte da Pasolini; allo stesso modo le persone che vengono ricordate e citate quali Jacovitti, Franco Franchi, Laura Betti rappresentano un mondo irrimediabilmente lontano e non recuperabile, un mondo verso il quale il sentimento dominante resta quello della mancanza, della perdita, della necessità di un confronto. Il confronto col presente: è questo forse il tema conduttore del libro; la naturale, spontanea necessità al confronto con un oggi che, corto di memoria e allettato da un edonismo di marca inferiore, ha negato a se stesso quella ricchezza culturale che risiedeva anche nelle differenze, nello scambio, nella piena affermazione delle proprie individualità regionali e linguistiche in favore di una uguaglianza massificata che non ha, però, eliminato le disuguaglianze sociali, i privilegi o le caste. Nell'ultima parte del libro la piena affermazione da parte dell'autore che non si limita al facile rimpianto di tempi culturalmente migliori ma rivendica con forza la necessità di un ritorno all'indignazione, alla lotta, al dubbio che guida, al diniego, al coraggio; quel coraggio che fu di Pier Paolo Pasolini fino all'ultimo istante della sua vita. Pier Paolo Pasolini, dunque, come maestro di una possibile rinascita culturale cioè sociale; Pier Paolo Pasolini di cui oggi avvertiamo la mancanza in modo profondo; Pier Paolo Pasolini la cui opera tutta può ancora indicare una strada da percorrere.

Conosci l'autore

Foto di Fulvio Abbate

Fulvio Abbate

1956, Palermo

Fulvio Abbate è nato nel 1956. Scrittore, critico d’arte e inventore della web-tv Teledurruti, ha pubblicato, fra l’altro, i romanzi Zero maggio a Palermo (1990), ripubblicato dalla Nave di Teseo nel 2017, Oggi è un secolo (1992), Dopo l’estate (1995), La peste bis (1997), Teledurruti (2002), Quando è la rivoluzione (2008), Intanto anche dicembre è passato (2013). E ancora, Il ministro anarchico (2004), Sul conformismo di sinistra (2005), Pasolini raccontato a tutti (2014), Roma vista controvento (2015), LOve. Discorso generale sull'amore (2018) e Quando è la rivoluzione (2018). Nel 2010 ha dato vita al movimento Situazionismo e Libertà, il cui simbolo è disegnato da Wolinski. Nel 2012, a Parigi, il Collège de ‘Pataphysique...

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