Vorrei condividere con voi la bellezza di questo libro! Un esempio di come la forza d'animo, la determinazione, il coraggio e il sacrificio possono avere la meglio sulle ingiustizie e sulla malvagità umana. Un racconto autobiografico, una storia di mobbing inserita in un quadro di relazioni umane che segnano, nel bene o nel male, la vita dell'autore. Sono tante le riflessioni sull'autenticità della vita e dei rapporti umani che obbligano il lettore a riflettere su come il nostro essere influisce sulle scelte che facciamo e determina il nostro destino. Mi è piaciuto molto! Da leggere, regalare e consigliare!!
Pinto sloricato
Quanti episodi di mobbing avvengono quotidianamente sul posto di lavoro senza che ve ne sia traccia? Quanti professionisti costretti al silenzio sacrificano gran parte del loro tempo in attività lavorative frustranti? Francesco Pinto in queste pagine mette a nudo le proprie fragilità, invano protette da una dura corazza e, a differenza del Pino Loricato che grazie alla sua corteccia resiste alle peggiori intemperie, mostra le lesioni, ormai permanenti, inferte dagli amministratori mentre dirigeva l’ufficio tecnico comunale. Considerato una presenza scomoda, non corruttibile e deciso a portare alla luce il perpetrarsi di azioni illecite e abusi di potere, viene isolato e circondato dal branco ostile che non gli consente di esprimere pareri contrastanti con la defraudante volontà politica. Nel raccontare le vessazioni e persecuzioni subite, ripercorre gli aspetti più significativi della propria vita con riflessioni non prive di autocritica sulle relazioni umane. Pur annichilito sul piano professionale e dell’integrità psicofisica, riesce a dare un senso alla sua sofferenza: la decisione di scrivere e pubblicare la storia di mobbing diventa un’esortazione a trovare sempre la forza di reagire alle ingiustizie e un monito per chiunque imponga a ogni costo il proprio volere, nella speranza di contribuire a far emergere l’innata vocazione al bene che indistintamente ci appartiene. “Nessuno ha il diritto di commettere un’ingiustizia, neppure chi ha subìto un'ingiustizia” (Viktor E. Frankl in Uno psicologo nei lager).
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Anno edizione:2020
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L'essenza di questo libro è tutta nella metafora del titolo, giocata con la somiglianza col cognome dell'Autore. Francesco, come il suo Omonimo d'Assisi denudó il suo corpo dalle vesti, denuda il suo animo davanti ai protagonisti del racconto, al lettore e con esso alla società. Per le tante ragioni raccontate, Francesco è stato oggetto di mobbing che, dopo tante traversie, lo ha indotto alle dimissioni. In tutto il libro il lettore "vede dentro l'Autore”, coglie la sofferenza umana e la prostrazione e alla fine la ragione per cui si sente "sloricato", scortecciato, vinto. Ma l’autore non si abbandona ad invettive e contumelie. Tutto il tono del libro è pacato, argomentato, frutto di riflessione. Il racconto è arricchito, impreziosito, nobilitato dalle numerose riflessioni di carattere filosofico ed esistenziale, sociologico e religioso, con riferimenti a spiritualismo, misticismo, a tecnica ed architettura, Didattica a Distanza, valore e finalità della scuola, educazione famigliare come figlio e genitore. La narrazione scorre come un fiume ampio, calmo, lento, il narratore, pur essendo in prima persona, si è posto al di fuori (e al di sopra) dei fatti come se li presentasse al lettore e a sé stesso per la prima volta. E questo fa sì che la paratassi sia tranquilla, la prosa scivoli, la lettura risulti piacevole, il tutto gradevole. In questa cornice e sullo sfondo di un animo provato dalla sofferenza, la delusione si sublima, elaborata la sconfitta l'Autore raggiunge la catarsi, fa della caduta un momento di "crisis", trae bene dal male per risorgere e ripartire, trasforma la SCONFITTA in VITTORIA...agli occhi di chi? Non di chi gli è prevalso nel lavoro e nei tribunali, ma dei suoi figli, di suo padre e sua madre, finalmente di SE STESSO. Le ultime pagine del libro assurgono a un valore pedagogico e a un afflato universale. Antonio Rondinelli
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