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Recensioni Il poeta che non sa parlare

Il poeta che non sa parlare di Nino D'Angelo
Recensioni: 4/5
Nove canzoni inedite e una cover di un suo brano del 2012 reinterpretata con 8 cantanti napoletani per un album di ‘world-pop’. Esce venerdì 15 ottobre ‘Il poeta che non sa parlare’, il nuovo album di Nino D’Angelo (prodotto dalla Di.Elle.O e distribuito da Believe) che fa parte di un progetto unico che sfocerà poi in un libro e in un tour. Tra gli ospiti dell’opera, che uscirà sia in formato fisico che digitale, Toni Servillo (che apre il disco con un’introduzione parlata in ‘Pane e canzone’), James Senese (in ‘Vivere è murì’), Rocco Hunt (in ‘Chillo è comm’ ‘a te’) e 8 cantanti napoletani in ‘Ammore è dà’ (Mavi Gagliardi, Livio Cori, Fabiana Martone, Rosario Miraggio, Emiliana Cantone, Andrea Sannino, Milly Ascolese e Gianluca Capozzi). Gli arrangiamenti sono curati dal Maestro Nuccio Tortora. Un album, questo, nato in un periodo difficile per tutti e che dunque racconta anche la cupa attualità di oggi, la scoperta della provvisorietà della vita: “Non è stato un periodo facile, quando hai la morte di fianco è difficile scrivere della vita e a dire il vero non pensavo a un’opera nuova, volevo continuare a promuovere i miei testi passati non ancora ascoltati, secondo me, con la dovuta attenzione”. Un disco che affronta varie tematiche, dal sociale (“Oggi le diseguaglianze tra ricchi e poveri sono aumentate, il razzismo e l’emigrazione sono purtroppo temi sempre in voga”) alla politica (“Si sentono troppe voci dissonanti tra di loro, in questi ultimi anni i governanti hanno fallito”). Non manca anche l’amore (“Come un uomo della mia età può esprimere”), anche in questo caso ‘influenzato’ dalla pandemia, e un suo ultimo saluto Diego Armando Maradona. Un’opera, questa, molto riflessiva e che racchiude nei suoi brani vere fotografie di vita passata e vissuta (“ci sono immagini di povertà serena e di persone che si arrendono alla povertà, che non hanno il diritto di sapere e che il potere ricorda solo quando è tempo di votazioni”). Ma come sono nate queste che possono essere considerate come poesie in musica? “La molla che ha fatto scattare tutto - spiega D’Angelo - è stato vedere l’amore che la gente del mio quartiere, San Pietro a Patierno, mi ha dimostrato dedicandomi, a sue spese, il murale firmato da un grande artista come Jorit. Ho pensato, tra me e me, che forse queste persone avevano ancora bisogno di me e delle mie canzoni. Non pubblicare questo album mi avrebbe fatto vivere il presente come se avessi tradito le persone di cui e per cui canto. L’album, secondo il cantautore napoletano, “è un ricominciare, credo che si senta al suo interno la ricerca della normalità, la voglia di sconfiggere la provvisorietà”. Brani, per D’Angelo, “scritti più con l’anima che con il cuore”.)
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