Questo è il secondo libro che leggo di Matsumoto Seicho. Il primo è stato Tokyo Express, un racconto che ho trovato troppo faticoso, troppo cerebrale per potermi davvero coinvolgere. Un posto tranquillo ha invece riscattato a pieni voti la fama di quello che definiscono il "Simenon del Giappone". Questo è un libro che ci accompagna con garbo lungo un racconto inizialmente pacato e che si fa sempre più teso lungo la narrazione. Seicho è poi in grado di muovere una critica al sistema lavorativo giapponese con grande eleganza, senza scomporsi troppo.
Un posto tranquillo
Kobe. Durante una cena tra imprenditori e funzionari ministeriali, una cameriera si avvicina a uno dei commensali e gli sussurra qualcosa all'orecchio. C'è una chiamata per lui da Tokyo. L'uomo, Tsuneo Asai, si alza senza dare nell'occhio e raggiunge il telefono. Sua moglie Eiko, poco più che trentenne, è morta improvvisamente d'infarto. Una notizia non del tutto inattesa, dal momento che Eiko era già da tempo malata di cuore. Eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere un po' fuori mano di Tokyo, a due passi da un albergo a ore, gettano un'ombra sulla sua figura timida e riservata, e sul suo passato. Cosa ci faceva lì? E chi doveva incontrare? Questa storia è come una strada che parte leggermente in salita e si fa a ogni passo più ripida. Una strada piena di vicoli ciechi, che sembra esistere solo nella psiche del protagonista. Qui, i temi cari a Matsumoto – la vendetta, l'ossessione per un dettaglio che non torna, il timore dello scandalo, l'ansia di essere scoperti che conduce alla rovina – si condensano in un noir anomalo e beffardo, senza un caso né un investigatore, dove chi cerca un colpevole può finire per diventarlo lui stesso. Un noir che è anche una critica acuminata della società giapponese e della ragnatela di convenzioni che la invischiano.
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Autore:
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Anno edizione:2024
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Gianluca 01 gennaio 2025Un romanzo affilato
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andrea 29 dicembre 2024Ritratto di un'angoscia divorante
E' il primo libro che leggo di Seicho, ma probabilmente non l'ultimo. Un noir/giallo/thriller frenetico che ci fa entrare nella psicologia del protagonista, facendocene assaporare l'angoscia, la ricerca ossessiva della verità e la paura di essere scoperti. Il testo è scorrevole e lo definirei "chirurgico" per il modo in cui le vicende sono presentate: racconta fatti e analizza situazioni in un modo oggettivo e originale, che solo in Seicho ho potuto trovare. Una stella in meno solo per il finale troppo frettoloso, a mio avviso.
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Pablo 27 dicembre 2024Cattivi si nasce, non si diventa...
Sorta di Noir con molta introspezione psicologica, la cui morale potrebbe essere "gli assassinii bisogna lascarli fare ai professionisti", è ambientato a Tokio in un periodo non ben precisato (forse fine anni '60). Si è curiosi di sapere come va a finire ma risulta un pò statico e freddo.Curiosa l'usanza di donare soldi in occasione delle veglie funebri o come forma di ringraziamento. Ci sono poi gli aspetti di formalismo e rispetto delle apparenze tipici della cultura giapponese.
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