Presagi notturni
La notte oltre il tramonto dell'esistenza, un giovane vecchio scrittore respira i suoi monologhi. La notte, quando il tempo si ferma, i colori si attenuano, sfumano, l'anima si lucida. La notte, spazio dei sogni, dipinta di emozioni. Nel buio si guarda la vita, si sente l'amore, si tocca il dolore. Occhi che non vedono, occhi che sentono. La notte madre di un'anima sgualcita, luogo e tempo in cui conscio e inconscio si guardano, in cui l'uomo cerca lo sguardo di Dio; l'onnipotenza del giorno si inginocchia all'impotenza della notte. La notte, tempo del perdono. La penna del giovane vecchio Faber Albert si muovo lentamente caricata di inchiostro nostalgico, seduto ad un tavolo affollato di fantasmi, ricordando il tempo materno; al di là della stanza donne mamme giacciono. L'artista, solo, invoca la sua musa, il suo Dio. Non gli chiede perdono, e oltre il giorno. Lo perdona.
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Anno edizione:2016
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